Stress da cambiamenti climatici: "Così l’eco-ansia logora la psiche"

Il professor Luigi Janiri: "Tutti abbiamo nuove angosce legate alla perdita dell’identità ambientale"

Roma, 27 dicembre 2022 - "Sempre più persone avvertono il cambiamento climatico come un problema e ne parlano nelle sedute di psicoterapia. I fenomeni riguardano chi subisce le conseguenze degli eventi estremi in prima persona ma anche il senso di incertezza e impotenza innescato dal martellamento dei media su questi problemi vissuti come irrisolvibili". A spiegare gli effetti della crisi climatica sulla psiche umana è Luigi Janiri, professore di Psichiatria presso la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica e presso il Corso di Laurea in Psicologia Clinica della Lumsa di Roma, direttore di Unità Operativa di Psichiatria presso la Fondazione Policlinico Gemelli.

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Tempesta polare a Buffalo, New York (Ansa)
Tempesta polare a Buffalo, New York (Ansa)

Che impatto possono avere a livello individuale gli eventi estremi?

"Eventi come le ondate di calore, gli incendi, le alluvioni, la siccità, ma anche gli uragani, possono dare dei problemi in acuto i cui effetti possono andare da una situazione di stress o di disagio fino a veri e propri disturbi mentali come il disturbo post-traumatico da stress, depressione, ansia. Questi eventi possono provocare anche un aumento dei livelli di aggressività, un incremento dei tassi di suicidio e portare all’abuso di alcol e stupefacenti".

Quali, invece, le conseguenze a lungo termine?

"Si tratta di effetti psico-sociali. L’aumento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacciai, in generale la perdita della biomassa e della biodiversità ha un impatto rilevante sulle condizioni di vita. Il peggioramento delle condizioni economiche dovuto ai cambiamenti climatici ha effetti distruttivi a livello di relazioni sociali e familiari".

Possiamo parlare della difficoltà ad accettare un repentino cambiamento del proprio ambiente?

"Il filosofo australiano Glenn Albrecht ha coniato il termine ‘solastalgia’ per indicare una situazione in cui la perdita delle caratteristiche fisiche, ambientali, del luogo dove si è nati e cresciuti porta a una sorta di effetto depressivo dovuto a quello che viene vissuto come uno sradicamento. Si prova nostalgia per un ambiente familiare che non si riconosce più, un lutto per la perdita di qualcosa che non è recuperabile".

Ad esempio?

"Gli Inuit dell’Artico canadese hanno avuto grossi problemi a seguito della deglaciazione. La crisi climatica ha stravolto il loro habitat e le loro tradizioni con un aumento enorme dei casi di depressione e del tasso di suicidi. In Italia la deforestazione di zone alpine dovuta ai forti venti improvvisi ha portato le popolazioni del luogo alla perdita del senso di appartenenza".

Una perdita di identità?

"Noi tutti abbiamo delle angosce nuove sotterranee legate alla perdita della nostra identità ambientale. Questo si traduce anche in un’alterazione della nostra stessa identità personale".

Gli effetti indiretti?

"Il senso di angoscia che si prova quando ci si vede impotenti di fronte ai cambiamenti climatici viene definito eco-ansia. Un termine che si riferisce sia a chi vive in prima persona questi cambiamenti sia a chi li percepisce a livello di comunicazione. Questa incertezza verso il futuro porta a una condizione di stress cronico e impotenza che si vive anche in Occidente".

Le persone più a rischio?

"I più a rischio sono i portatori di sofferenza mentale nei quali i cambiamenti climatici e meteorologici determinano un peggioramento dei disturbi preesistenti. Un dato poco conosciuto è che le ondate di calore provocano un aumento della mortalità nei pazienti psichiatrici. I cambiamenti climatici hanno delle particolari ripercussioni su popolazioni che presentano particolare vulnerabilità come i giovani, gli anziani, gli invalidi, i malati cronici".

Qual è l’impatto sui giovani?

"Abbiamo avuto contezza di diversi casi in cui questa ansia per i problemi ecologici è diventata un’ossessione".

Esistono dei protocolli di intervento?

"Ancora non ci sono. Ma parlando di cambiamenti climatici e di global warming ci sarebbe da intervenire psichiatricamente con mezzi farmacologici, psicoterapeutici e riabilitativi, nelle situazioni acute in cui si verifica un disturbo post traumatico da stress o una depressione".