Il climatologo: "Il futuro? Bisogna guardare indietro"

Il fisico Franco Prodi: "Distinguere tra previsioni meteo e climatiche"

Franco Prodi, fratello di Romano

Franco Prodi, fratello di Romano

Bologna, 13 marzo 2019 - Franco Prodi, 77 anni, fisico e meteorologo della dynasty bolognese, è un esperto di fama mondiale. Voce fuori dal coro sugli allarmi climatici. "Un Paese serio come il nostro dovrebbe avere la documentazione radar degli eventi, vale anche per la tempesta di ottobre al nord. Ma io quella documentazione non l’ho vista. E il cambiamento climatico non c’entra".

I radar, diceva.

"I servizi meteo regionali non li usano bene, questo è il problema. I temporali non sono tutti uguali. Bisogna osservare, capire cosa è successo".

Gli eventi estremi.

"Le alluvioni distruttive vengono da temporali che possono essere a cella singola, a multicella, a supercella... Lo strumento per documentarli è il radar. Ho scritto anche in un libro di questa inefficienza. E lì sono cominciate le disgrazie".

La sua colpa: non essere un catastrofista.

"Ma questo è un termine da bar, come negazionista. Io sono uno scienziato. E metto a nudo le inefficienze del Paese sia per la meteorologia che per il clima".

Voce controcorrente.

"Insisto: non c’è una conoscenza sufficiente per fare previsioni sul clima. Non si può distinguere l’apporto antropico da quello che è naturale e dipende dall’astronomia, dall’astrofisica, dalla struttura e dalla composizione dell’atmosfera...".

Eppure le ansie sono quotidiane.

"Faccia una prova. Chieda a chi dice queste cose di scrivere l’equazione del trasferimento radiativo in atmosfera".

Difficile.

"Ma se lo sai vuol dire che sei del mestiere. Pochissimi hanno almeno le basi della climatologia".

Allarma anche la siccità.

"Questo è un fenomeno meteorologico e sono preoccupatissimo. Anche perché la gente non se ne cura. Guardando in Val Padana: l’alta pressione dura da troppo tempo. Troppa poca acqua e non c’è ancora uno spiraglio, stando alle carte".

Sta dicendo che prendere la siccità come prova del cambiamento climatico...

"È una bestialità. Il climatologo serio esamina il presente e lo confronta con trenta anni precedenti. Fino a qualche tempo fa, la fascia andava dal 1960 al 1990. Poi si è spostata in avanti, dal 1980 al 2010. Ma sempre sui trent’anni".

Invece il meteorologo?

"Studia la situazione presente e sa che può fare la previsione fino a 10-12 giorni".

Professore, dopo l’addio traumatico al Cnr oggi cosa fa?

"Continuo a lavorare, mi sono fatto un piccolo laboratorio personale a San Polo d’Enza, nel Reggiano. Amarezza? No guardi, più che altro provo uno stupore immenso per come stanno andando le cose".