Cambia il piano vaccini, finisce l’era Arcuri. Governo mette in campo la Protezione civile

Svolta imminente. Addio ai padiglioni a forma di primula pensati dal commissario. Si useranno militari, volontari e Croce rossa

Domenico Arcuri, 58 anni, commissario all’emergenza Covid

Domenico Arcuri, 58 anni, commissario all’emergenza Covid

Le primule di Domenico Arcuri sembrano destinate a non fiorire mai. Mentre lo stesso commissario voluto da Conte – scadenza a fine marzo, così nel Milleproroghe –, potrebbe essere molto presto affiancato dalla Protezione civile, nella gestione dell’emergenza Covid. Un ruolo che pare disegnato sul curriculum di Agostino Miozzo, 68 anni, medico che ha gestito molte crisi in giro per il mondo, i requisiti del generale alla Bertolaso invocato da Ricciardi, consulente di Speranza. O per lo stesso capo del dipartimento Angelo Borrelli, 57 anni, uomo delle emergenze e dei conti (è dottore commercialista), che non richiederebbe nemmeno una nomina: è già pronto.

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In ogni caso, si cambia. E il primo segnale di discontinuità dell’era Draghi non poteva che essere legato all’obiettivo sempre ripetuto dal premier, mettere l’Italia in sicurezza. La missione passa prima di tutto da una campagna anti Covid a tappe serrate. È la rivalsa della sobrietà, che dagli abiti scuri e dalle dichiarazioni secche approda ai padiglioni vaccinali. Gelate sul nascere le fantasiose primule immaginate da Arcuri e griffate dall’archistar Boeri. Di colpo sono tornate di moda caserme, sedi delle pubbliche assistenze, fiere, persino spoglie sale parrocchiali. "Sarà bello abbracciare un simbolo semplice ma potente", immaginava il commissario a dicembre, nella conferenza stampa dello slogan, "l’Italia rinasce con un fiore", rimasto oggi solo sulle pagine del sito ministeriale ma piuttosto appassito anche lì.

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Meno poesia, più efficienza. E allora come non mettere in campo quella struttura già pronta ma fino ad oggi di fatto congelata, mai sfruttata davvero per le potenzialità enormi che ha.

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Un serbatoio di uomini, mezzi, sedi, un sistema presente in ogni Comune d’Italia, con funzione di coordinamento e potere d’ordinanza. Non è così noto ma chi guida la protezione civile coordina 800mila volontari – 300mila quelli davvero attivi –, Croce Rossa, ma anche forze armate (dirette dal comando operativo di vertice interforze) e forze di polizia. Non solo. Dentro c’è pure lo snodo dei servizi essenziali, autostrade o treni, le stazioni ad esempio possono avere un ruolo strategico. Un mondo che fa lavorare insieme civili e militari. Prendi l’impegno della difesa. Stamane sarà in campo per un supporto alla campagna vaccinale in Fiera a Milano. Già eseguiti in tutta Italia più di un milione e mezzo di tamponi – 16.340 solo ieri –, oggi le postazioni attive sono 148 ma ne erano state messe a disposizione 200, coordinate e dirette dal comando operativo di vertice interforze. Questi drive-through potrebbero tranquillamente essere convertiti e usati nella campagna vaccinale, ci lavorano quasi quattrocento sanitari. Con una competenza specifica perché tutti i militari impegnati nelle missioni all’estero devono essere prima immunizzati. Ancora: sempre la difesa ha scortato le preziose prime fiale arrivate in Italia. E dal 23 ottobre sono stati impiegati più di 1.600 militari al giorno (esercito, marina, aeronautica e carabinieri).

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Insomma questa parte è stata garantita. È mancato, invece, il supporto alle Regioni. Il commissario compra i vaccini e li distribuisce. E dopo? Terra di nessuno, anche quando ci sono problemi (si è visto). Bisogna ripartire da qui, insistono da settimane voci anche molto distanti fra loro. Mettere in campo davvero chi ha la capacità operativa di individuare i luoghi, occupandosi anche della logistica. Con queste premesse, si capisce perché nell’ultima Conferenza il governatore della Campania De Luca abbia strapazzato senza complimenti le primule di Arcuri. "Non servono a niente", ha detto mentre veniva chiesto ai governatori di nominare un rappresentante nella commissione che doveva scegliere il vincitore. Già, perché il bando di gara si è chiuso, la ricerca di mercato ha individuato 4 raggruppamenti disponibili con 31 imprese. Ora dovrebbero farsi avanti Comuni e Regioni. Si è avuto chiaro sentore dell’entusiasmo.