Calenda: se mi candido a Roma non lascio Bruxelles

Carlo Calenda (nella foto) non ha dubbi nel caso in cui dovesse candidarsi a sindaco di Roma: di sicuro, dice il leader di Azione intervistato da Rtl 102.5, "non rinuncerei al mio seggio al Parlamento europeo". E spiega: "Una cosa è se ti trovi a governare la città". In questo caso, ammette Calenda, "è certo che ti devi dimettere". Ma doverlo fare a prescindere, "non ha senso", sottolinea il leader romano.

Per quanto riguarda la crisi di governo, Calenda commenta: "Noi abbiamo un problema: siamo investiti da una crisi economica e dalla pandemia con uno Stato che non funziona più, non riesce a fare le cose che sono necessarie per proteggerci, dal punto di vista economico e sanitario. Serve un governo di persone che abbiano forte esperienza amministrativa e gestionale, perché oggi il problema è far accadere le cose".

Per questo motivo, ricorda il leader di Azione, "noi abbiamo detto da tempo che l’unica cosa che può stare in piedi in questo momento è un governo (...) Ursula".

E prosegue spiegando: "La Commissione europea viene sostenuta da Forza Italia, dal PD, dai liberali e dalla parte più menomata del Movimento 5 Stelle. Dopodiché, chi lo sostiene non esaurisce la condizione per noi per appoggiarlo, perché una cosa è chi lo sostiene, una cosa è chi ne fa parte". E conclude: "Se ne fanno parte ministri che sanno gestire e governare noi siamo pronti a sostenerlo, ma se dobbiamo rivedere Toninelli e compagnia, allora no".