Caldo record, sos valanghe Maestra di sci travolta e uccisa Decalogo sicurezza in montagna

Terza vittima in tre giorni: la 34enne morta a Cortina davanti al compagno di escursione. Il Soccorso alpino: evitare la neve fresca, portare sempre il dispositivo di geolocalizzazione

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di Roberto Canali

MILANO

Con lo zero termico che oscilla tra i 1.800 e i 2.200 metri di quota e un inverno che non è ancora iniziato sul serio in montagna gli incidenti si sono moltiplicati. Non solo sulle piste da sci, a rischiare di più è chi si avventura sulla neve fresca. Anche per questo CAI e Soccorso alpino organizzeranno questo fine settimana, nelle principali località turistiche di Alpi e Appennini, la giornata "Sicuri con la neve" per insegnare a sciatori, scialpinisti ed escursionisti come avventurarsi in quota in modo sicuro. "La montagna rimane un ambiente meraviglioso – spiega Elio Guastalli, membro del corpo nazionale del Soccorso alpino e responsabile della campagna –, ma si deve mantenere il giusto equilibrio tra passione e prudenza".

In questi primi giorni del 2023 gli incidenti sembrano essersi moltiplicati, come mai?

"È presto per le statistiche, ma forse è dovuto al fatto che l’aspettativa era alta e purtroppo la neve non è caduta copiosa. Il vento crea problemi di accumuli in quota e i bollettini ci dicono che il pericolo valanghe su grande parte dell’arco alpino è di grado 3 marcato: sulla neve fresca si deve prestare grande attenzione".

Un consiglio che vale soprattutto per gli scialpinisti?

"Soprattutto, ma non solo per loro. I pericoli ci sono anche per tutti gli altri sciatori che magari usano gli impianti di risalita e poi decidono di avventurarsi nei canali laterali. Il fuoripista inizia dove c’è la neve fresca: in queste settimane abbiamo visto incidenti anche gravi che hanno coinvolto ragazzi con le tavole che si sono avventurati su pendii non battuti. Anche se la distanza è di poche decine di metri si va in un altro mondo. Lo stesso discorso vale per gli escursionisti che si avventurano sui sentieri con le ciaspole".

Che consigli si possono dare? "Anzitutto occorre preparare l’escursione nei minimi particolari, studiare il percorso, aggiornarsi sulle condizioni meteo e le condizioni delle neve in quota, portare la giusta attrezzatura ed evitare sovraccarichi. Naturalmente il consiglio è muoversi in gruppo. Ciò premesso se ci si trova in situazioni critiche bisogna tornare indietro. Per questo la capacità di valutazione deve essere costante".

È davvero impossibile prevedere le valanghe?

"Nonostante i bollettini sullo stato della neve in quota sono redatti da scienziati ed estremamente aggiornati, non si può valutare ogni singolo pendio. Le persone esperte sanno leggere il terreno, ma anche loro ogni tanto possono essere tratti in inganno: basta poco per trovarsi a tu per tu con una valanga. Una cosa quest’ultima assolutamente da evitare perché in 15 minuti chi rimane completamente sepolto sotto la neve va incontro a condizioni di asfissia e ipotermia letali".

Per questo è così importante l’autosoccorso?

"Chi si avventura in neve fresca dovrebbe sempre avere con sé l’artva (il dispositivo elettronico che consente di individuare una persona sepolta dalla neve ndr), la sonda e la pala. Si tratta di attrezzature fondamentali che tutti i componenti del gruppo devono avere e soprattutto saper utilizzare".

E nello zaino cosa non può mai mancare?

"La regola è il più piccolo possibile, ma con tutto quello che serve. Nella pratica invernale occorre dotarsi di un abbigliamento che consenta di rimanere asciutti. Quindi meglio portarsi un cambio, poi un minimo kit di soccorso come bende per le slogature. Naturalmente artva, sonda e pala con la giusta attrezzatura tecnica come ciaspole, gli sci adatti, ramponi, corde e imbragature a seconda della propria attività in quota. Poi cibo e bevande, se possibile anche del té caldo che può dare conforto in situazioni di freddo estremo".