
L’ex azzurro Bagni e i giovani atleti: "Con 30mila euro giochi in serie C" .
CESENATICO (Cesena)
"Quelli che cerchiamo noi, li paghiamo. Ma da quelli che non cerchiamo, ci facciamo pagare". Salvatore Bagni va dritto al punto come quando andava dritto sul pallone: una vita da mediano nei gloriosi anni 80, a rubar palloni da servire poi sui piedi di gente come Maradona. La seconda vita di Bagni è quella del cacciatore di baby calciatori da trasformare in campioni. Ma se di talento non ce n’è a sufficienza, il sogno del professionismo non deve per forza sfumare: basta pagare e le porte di un club almeno di Serie C si aprono magicamente.
Sono state le Iene a incastrare l’ex centrocampista che ha vinto uno scudetto col Napoli, ha giocato con Perugia Inter, Carpi, Avellino e per 41 volte ha indossato la maglia della Nazionale. Adesso ha 69 anni e gestisce con il figlio Gian Luca l’agenzia di procura per calciatori "Be Gr8 Sport". L’inviato delle Iene Luca Sgarbi lo ha chiamato al telefono fingendosi fratello di un giovane calciatore in cerca di gloria ma senza qualità per sfondare. E allora è scattato il tariffario dei sogni: cinquantamila euro in tutto, 30mila a lui, altri 20mila a Michele Menga, direttore della Vis Pesaro, suo amico, che avrebbe aperto al ragazzo le porte della squadra Primavera. Tutto cash, ovviamente. Con una sola alternativa: "Se vuoi, puoi fare una sponsorizzazione alla società, ma è meglio pagare il direttore, è più contento. E se il direttore dice all’allenatore che tuo fratello deve giocare, tuo fratello gioca. Punto".
Dopo la telefonata introduttiva, Bagni e l’inviato delle Iene si sono incontrati in un bar di Cesenatico e lì, di fronte a un caffè, la trattativa si è concretizzata fin nei dettagli. Definiti i soldi da dare al direttore sportivo ("Parti dal basso, non esagerare – il consiglio dell’ex azzurro – ventimila euro vanno bene"), Bagni è passato ai soldi per sé: "Con loro si tratta, con me no", il suo avvertimento. E quando Sgarbi gli ha chiesto di dargli un’indicazione sulla somma, l’ex centrocampista ha fatto melina: "Lo dovete dire voi. Ripeto, poi ti dico sì o no senza trattare". Ma quando l’inviato delle Iene ha proposto cinquemila, 10mila e 20mila euro, Bagni è entrato in tackle come faceva ai bei tempi: "Con noi non c’entrano niente quelle cifre – ha replicato – io 10mila euro li prendo per andare a una manifestazione". E alla fine ha svelato il suo onorario: "Noi meno di 30mila non facciamo con nessuno". Affare fatto.
Da Cesenatico, la scena si è spostata a Pesaro per definire l’accordo con il dirigente Menga: "E’ pieno di richieste così – ha ammesso quest’ultimo –. Poi la nostra fortuna è che io non nascondo niente perché la mia società è al corrente di tutto, dalla cosa sbagliata alla cosa giusta. Adesso è stata fatta una cosa sbagliata". Nel parcheggio dello stadio Benelli, infine, Sgarbi ha consegnato a Bagni la busta gialla con dentro i 30mila euro. A quel punto l’inviato delle Iene si è rivelato, l’ex centrocampista ha reagito farfugliando frasi scomposte nel tentativo di giustificarsi, prima di mettere in moto e andarsene. Ieri Mauro Bosco, presidente della Vis Pesaro, ha sospeso il direttore sportivo Menga, di cui è parente. "La società si dichiara totalmente estranea ai fatti riportati nel corso del servizio televisivo", ha scritto il club in una nota, definendo "millantate" le vicende raccontate da Bagni. Lui, l’ex gloria del calcio anni Ottanta, si è chiuso nel silenzio: oltre alla disastrosa figura, gli sarà costato parecchio rendersi conto che quei soldi dentro la busta gialla erano finti. Come la storia del baby calciatore a cui lui aveva garantito un sogno a pagamento. Rigorosamente cash.