Mercoledì 24 Aprile 2024

Calcio giovanile choc "Truccarono la gara" Stop di quattro anni per i baby giocatori

Maxi squalifica anche all’ex allenatore della società pisana. Indagine dall’esposto di un terzo club retrocesso: quel risultato fu fatale. Il dirigente: "Decisione assurda, i nostri ragazzi sono innocenti"

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di Angelo Giorgetti

Una baby combine gestita dagli adulti, qui si va oltre l’immaginazione perché l’illecito precoce è stato scovato nel campionato toscano dei Giovanissimi regionali Élite, cioè ragazzini di 15 anni, mica vecchi arnesi di 35 in prepensionamento calcistico a caccia di stipendi paralleli.

Ma com’è nato questo sabotaggio alla regolarità di un campionato giovanile, secondo la sentenza un capolavoro alla rovescia in termini di educazione sportiva per mini calciatori?

Fa rumore – in questo stralunato mix di responsabilità che sarebbe emerso anche da un post pubblicato su Instagram – la sentenza della Corte federale d’appello a sezioni unite contro la società pisana A.S.D. Zambra calcio (4 punti di penalizzazione) e quella massese del Montignoso (mille euro di multa).

Più ancora però rimbombano le squalifiche: 4 anni a Federico Viviani (all’epoca dei fatti allenatore dello Zambra) e a tre baby calciatori della sua squadra; un anno di stop invece per un quindicenne tesserato nel Montignoso. Come vedremo, un finale amaro per tutti, anche per il Floria Grassina Belmonte che ha visto accettato il suo esposto per denunciare la combine.

Stabilito il record di illecito precoce (in attesa dei ricorsi al Coni che sono già stati annunciati), la domanda è: perché mai in un campionato così periferico ci sarebbe stata una combine? Non certo per denaro, né per qualificarsi in Champions, ma piuttosto per antipatie o rivalità lo scorso 15 maggio lo Zambra avrebbe perso di proposito contro il Montignoso per determinare la retrocessione del Floria Grassina Belmonte.

Sotto accusa in particolare un calcio di rigore determinato da un intervento falloso effettuato da un giocatore dello Zambra nel finale di uno dei due spareggi play out: da lì il gol, la vittoria del Montignoso e la retrocessione del Floria Grassina Belmonte.

Che ha inviato un esposto alla procura federale segnalando una serie di fatti anomali accaduti nel corso del match, riportando un canovaccio multimediale di prove: conversazioni intercettate in tribuna, un video con situazioni in campo "poco spiegabili" e un dialogo in chat tra un calciatore under 15 fiorentino e uno massese.

Una specie di ingenua spy story ai tempi dei social, con ricadute (clamorose per la categoria) determinate dal tribunale sportivo. Ancora Cristiano Cavallini, direttore generale dello Zambra, uno dei pochi che ha preso la parola dopo la sentenza: "Siamo sconvolti per una decisione che ha ribaltato il nostro proscioglimento in primo grado. È stata accolta la tesi accusatoria della società di calcio che si ritiene danneggiata dalla condotta dei nostri atleti in quella partita con il Montignoso, che invece è stata normalissima".

Finale amaro per tutti, dicevamo, perché anche la società fiorentina "vincitrice" in tribunale ha motivi per esprimere la sua amarezza. L’intento – fa sapere un dirigente del Floria Belmonte Grassina, che chiede di non apparire – non era quello di far punire così pesantemente dei ragazzini, ma piuttosto accertare le eventuali responsabilità degli adulti. Non solo: il club è comunque retrocesso, perché la penalizzazione dello Zambra viene assegnata per questa stagione. Quindi c’è soddisfazione per aver avuto giustizia, ma prevale il senso di inutilità per la sentenza. L’illecito calcistico più precoce di sempre ha lasciato una scia di insoddisfazione (e almeno due ricorsi in arrivo al Coni).