Martedì 23 Aprile 2024

Calciatori e Rai bersagli del suo odio

"Maledetti, mi avete lasciato sei anni senza acqua". Dopo aver compiuto il massacro, Claudio Campiti, – attualmente accusato di triplice omicidio e tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi oltre al porto abusivo di armi – ha continuato a inveire contro i condomini del Consorzio Valle Verde che erano riusciti a bloccarlo. Non pagava la sue spettanze al consorzio da 7 anni. Anni in cui ha vissuto da eremita, senza servizi, nel cantiere della sua villetta mai finita sul lago del Turano, sfogando con invettive su internet il suo rancore verso il mondo.

Nei numerosi blog aperti negli anni i toni sono gli stessi ma l’oggetto del suo odio cambia: dai calciatori ai dipendenti Rai fino ai politici, tutti accusati di ricevere stipendi troppo alti. Un malessere che il 57enne arriva alla fine a concentrare sul Consorzio nel quale abitava senza averne i mezzi.

Ma la sua vita non è sempre stata così. C’è stato un tempo i cui faceva l’assicuratore, era sposato e viveva con la moglie e i tre figli. Poi qualcosa si è rotto. Dopo la separazione dalla moglie si è trasferito, ha perso il lavoro e, almeno a partire dal 2009, si è trasferito nel Reatino. Nel 2012 la morte del figlio Romano in un incidente sullo slittino. Con la famiglia – a quanto si apprende – non aveva più contatti. "Non lo sento da 15 anni – racconta Rocco Berloco, cognato dell’ex moglie, medico a Bari –. Erano separati da annni".