Giovedì 18 Aprile 2024

Calabria, finalmente un commissario Tocca all’uomo che catturò Sandokan

Caos sanità, anche Miozzo rifiuta. E Conte sceglie il super poliziotto Longo

Un prefetto per gestire, nel ruolo di commissario, la sanità in Calabria. Dopo aver bruciato 10 nomi, persino quello di Agostino Miozzo, dirigente della Protezione civile e oggi coordinatore del Comitato tecnico scientifico, dato per certo fino a due giorni fa e poi accantonato per via di una serie di sue richieste non gradite a Palazzo Chigi (pretendeva di rientrare dalla pensione e tornare effettivo nel ruolo della Protezione Civile), ieri il Cdm, in una riunione lampo, ha puntato tutto sull’ex prefetto di Vibo Valentia Guido Longo (foto), 67 anni, catanese, in pensione da giugno 2018. Definito "uomo delle istituzioni" per la lunga militanza tra le fila della Polizia (è stato anche questore di Reggio Calabria) e "da sempre in difesa della legalità", ha twittato il premier Conte subito dopo la nomina.

La carriera di Longo si è snodata soprattutto a Palermo, prima come investigatore della squadra mobile fino a ricoprire il ruolo di questore. Il periodo d’oro alla fine degli anni ’80, la stagione dell’aggressione dei corleonesi di Riina e Provenzano. Longo è stato poi alla Dia, dove ha indagato sull’attentato a Giovanni Falcone, ma gli è rimasta la fama di essere un super poliziotto, "sbirro vecchia maniera – come ama definirsi lui – sempre in strada, a contatto con la gente, che va ascoltata".

A lui si devono, in Campania, importanti operazioni antimafia, tra cui la cattura dei latitanti dei Casalesi, Antonio Iovine, Michele Zagaria e il capo assoluto Francesco Schiavone detto Sandokan. Il suo nome ha fatto breccia da subito tra le fila grilline dell’esecutivo, come dimostra il plauso dimostrato a caldo dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: "Longo si è sempre battuto contro la criminalità organizzata, è la scelta giusta".

Elena G. Polidori