Caivano (Napoli) 1 settembre 2023 – “Non dirò mai che la visita di Giorgia Meloni è stata inutile o è stata una passerella. Ma mi è sembrata arrivare a Caivano senza una strategia, ha messo, come si dice in gergo, ‘una pezza’, come successe già a Cutro. Eppure, avrebbe potuto dire e fare molto in un territorio dove lo Stato non c’è da decenni".
A parlare è Maurizio De Giovanni, lo scrittore di maggiore successo in Italia, autore dei Bastardi di Pizzofalcone, del Commissario Ricciardi e di Mina Settembre.
Di cosa c’è bisogno a Parco Verde?
"So di cosa non abbiamo bisogno: non c’è bisogno di eroi. Il vero problema, qui, non è tanto più polizia, ma più scuola e più servizi socialI. E c’è bisogno di uno Stato che offra lavoro. Io mi domando: come possiamo tenere a scuola ragazzini sapendo che, lasciati i banchi, non troveranno un’occupazione neanche come camerieri? A questo punto ha gioco facile la camorra che offre a questi adolescenti 200 euro al giorno se spacciano o spostano armi".
La premier Meloni ha fatto delle proposte. Le sembrano convincenti?
"Si decide di recuperare un centro sportivo, va bene. Ma chiedo: che si fa sulla dispersione scolastica? Cinquanta ragazzi su cento non vanno a scuola. Che facciamo con loro, li mandiamo tutti al centro sportivo? Abbiamo mai mandato un vigile o un assistente sociale a casa loro per sapere perché non vanno in classe? Mai. Qui bisogna raddoppiare, triplicare le attività didattiche, bisogna portare decine di nuovi docenti, motivarli e non pagarli con stipendi di fame".
Meloni promette sicurezza per Parco Verde, una ‘bonifica’ del territorio controllato da forze criminali.
"Mi fa orrore la parola ‘bonifica’. È una cosa che vale per i rifiuti tossici, non per gli esseri umani. La logica securitaria da sola non basta. La Campania è la regione con maggior numero di minorenni armati, migliaia di ragazzini armati con coltelli, coltellini e pistole. Vogliamo bonificare tutta regione? Vogliamo mandarli a scuola o tenerli tutti in un reclusorio. Al Parco Verde non bisogna bonificare, ma rifare tutto".
Eppure lei ha detto: la povertà e il disagio sociale non spiegano tutto quello che è successo a Caivano.
"Perché a Caivano avvengono cose non viste altrove. Non è solo un problema criminale, ma di degrado morale ed etico, vittime e familiari delle vittime connessi agli stessi interessi criminali dei loro carnefici. Insomma, gli strati e le incrostazioni sono tanti, sono troppi. A questo non si può rispondere con misure spot o pensando che qui sono solo brutti, sporchi e cattivi".