Caffè e pane, prezzi alle stelle "Nervi saldi: non durerà"

I rincari dei carburanti e delle materie prime si stanno trasferendo sul carrello. L’economista Marco Fortis: l’errore sarebbe alimentare la spirale rincari-salari

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di Claudia Marin

ROMA

L’inflazione sale di giorno in giorno e dati fanno pensare a un trend di corsa dei prezzi preoccupante. Dobbiamo temere un impatto duraturo? "Il fenomeno va anzitutto capito e al momento nessuno è in grado di dire quanto potrà durare – spiega Marco Fortis (foto), docente di Economia industriale all’Università Cattolica di Milano – anche perché non si tratta di inflazione determinata da eccesso di liquidità. Si tratta invece di una tipica inflazione da costi che origina sia dalle strozzature internazionali, dovute alla pandemia, della fornitura di materie prime, semilavorati, componenti e anche dai rincari che si sono aggiunti dell’energia, soprattutto del gas, a causa delle difficoltà di approvvigionamenti".

Quanto può pesare sulla ripresa?

"Le imprese stanno subendo un calo molto rilevante della marginalità perché non hanno ancora scaricato completamente sui prezzi dei beni finiti i rialzi. Ma c’è da augurarsi che non lo facciano e che siano responsabili, perché non è nel loro interesse generare un’inflazione che potrebbe generare una spirale prezzi-salari. Nel momento in cui il potere d’acquisto viene pesantemente intaccato, potrebbe partire una serie di rivendicazioni salariali da parte dei sindacati che non gioverebbero non solo alla ripresa, ma neanche alla competitività. L’Italia ha dimostrato di avere nel 2021 una manifattura al top della competitività con un rimbalzo del Pil da momento magico. Il rischio è di bloccare tutto questo con una rincorsa prezzi-salari di altre stagioni".

Insomma, attenti a alimentare nuova inflazione, oltre quella che c’è.

"Sì. C’è una inflazione, ma non ancora così devastante come potrebbe essere in base alle strozzature che ci sono nelle forniture dei beni in questo momento. C’è un problema che riguarda i consumatori che si trovano di fronte a dei rincari improvvisi cui non erano abituati. Poi c’è l’aumento dei prezzi che dipende da come si possono comportare le autorità monetarie: e qui penso che la vera ricetta per gestire questa insolita inflazione sia tenere i nervi saldi".

Nervi saldi, dunque, e nessuna mozza azzardata?

"Sì, si tratta di capire quanto dureranno sia la strozzatura nelle filiere delle forniture mondiali nel 2022 sia gli eventuali rincari nei prezzi dell’energia e se questa inflazione diventerà un fenomeno più lungo di una fiammata di pochi mesi. Ma le ricette tradizionali di politica economica non vanno più bene di fronte a questa inflazione insolita. Dunque, meglio stare fermi".