Caduti i principi Ora cosa resta dei 5 Stelle?

Pierfrancesco

De Robertis

Dei tanti principi fondativi, elevati a tabù dalla loro stessa furia iconoclasta, non ce ne era uno che stesse in piedi ed è naturale che uno a uno gli scombiccherati comandamenti grillini si siano quasi tutti arresi alla realtà. Così dopo il divieto di andare in tv, quello di fare alleanze, di non lottizzare, del famoso, o famigerato, uno-vale-uno, cade uno dei capisaldi della narrazione originaria cinquestelle, il finanziamento pubblico. Formalmente resta ancora in piedi il blocco dei due mandati, ma è solo una questione di tempo. Il punto non è però nel conteggio ragionieristico di che cosa è andato via, quanto il calcolo politico di che cosa resta. Che cosa è adesso il Movimento, anzi, il partito Cinquestelle? Tolto il vaffa, la lotta alla casta, la diversità come rappresentazione di sé, la purezza come programma, quali sono i punti di contatto che i cinquestelle possono trovare con la pancia del Paese, quali gli interessi che rappresentano? Quali gli argomenti che porteranno alle prossime elezioni per convincere gli italiani a dargli un voto che non sia solo il trovare uno stipendio a una balzana compagnia di onorevoli che rischiano di tornare nullafacenti? Che cosa fare per non apparire il Cynar della politica italiana, che prima andava e adesso non vuol più nessuno?

Lo sforzo di Giuseppe Conte sarà questo, e non sarà facile. Il vaffa in bocca a loro apparirà moneta fuoricorso, un generico richiamo ai temi sociali rischia di non poter contare più di tanto su quel linguaggio della rabbia che l’aveva reso grido naturale delle periferie, luogo peraltro dove la pochette di Conte potrebbe non apparire credibile, l’ambientalismo è ormai patrimonio di tutti, anche di Berlusconi, le suggestioni no vax mal si conciliano con chi è stato al governo con Draghi. Gli spazi politici sono quindi angusti. Non sarà forse un caso allora che proprio ieri il M5S abbia rilanciato la proposta del reddito di cittadinanza agli stranieri, forse un modo per aprirsi nuovi orizzonti. Non un granché, come idea, ma in tempo di penuria ci si attacca a tutto.