
Una foto social di Anna Chiti, la 17enne morta sabato sera a Venezia. A destra, la nave da cui è caduta in laguna
Venezia, 18 maggio 2025 – Amava il mare, la vela in particolare, Anna Chiti, la studentessa 17enne dell’istituto nautico di Venezia morta sabato in un incidente in laguna. Il suo futuro, che probabilmente l’avrebbe vista a bordo delle navi, si è fermato sabato sera su un catamarano già attraccato nella darsena di Sant’Elena: un incidente mentre aveva i piedi sopra una cima, forse un colpo di vento più forte, che ha spostato la barca e l’ha fatta cadere in acqua, senza darle scampo, con la corda che si è attorcigliata nell’elica.
Il padre: “Voglio la verità”
“Voglio la verità, mia figlia non doveva fare nessuna manovra. Per una barca di quelle dimensioni, che porta in giro i turisti, ci voleva più personale”. Sono parole di rabbia quelle del padre Umberto. “Ci voleva più personale, invece lei era da sola, col marinaio; era stata presa perché parlava bene l’inglese ma non era ancora pronta per tenere una barca o fare altro”.
“Era una ragazza piena di vita, appassionata – la ricorda il preside dell’istituto nautico ‘Vendramin Corner’, Michelangelo Lamonica –. Aiutava anche gli studenti più piccoli nelle materie in cui avevano difficoltà”.
Il sogno di Anna: diventare ufficiale di coperta
Fra un anno, al termine del corso di studi, sarebbe diventata allievo ufficiale di coperta. Quello di marinaia su un catamarano charter era solo un modo per fare esperienza e guadagnare qualcosa. Lei era entusiasta di questa prima esperienza, e in serata avrebbe dovuto avere conferma del proseguimento del lavoro a bordo.
Quando è avvenuto l’incidente, a bordo del catamarano era in corso una festa in costume, organizzata da una comitiva di ragazzi africani. Il primo ad accorgersi che era finita in acqua è stato il comandante della barca, che si è tuffato per aiutarla ad emergere, ma non è riuscito a liberarla dalla corda.