Venerdì 19 Aprile 2024

Cacciò Trump da Twitter: ora è lui ad andar via

Jack Dorsey, fondatore e ad del social, si dimette. Al suo posto un indiano. La società non ha quasi mai chiuso un bilancio in attivo

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di Giampaolo Pioli

Con un semplice tweet ha lasciato Twitter. Jack Dorsey, 45 anni, ha fatto passare le feste del Ringraziamento per annunciare che non sarà più il grande capo del cinguettio globale. Al suo posto salirà Parag Agrawal, di origine indiana, l’attuale capo del servizio tecnologico che gestisce i progressi digitali di Twitter dal 2017 ed è nella società da oltre 10 anni. La Borsa subito dopo l’annuncio ha fatto volare in alto del 10% le azioni – per poi chiudere in rosso (-2,78%). Dorsey per dimostrare che il suo è un distacco operativo totale da Twitter e non di facciata, nel 2022 uscirà anche dal consiglio di amministrazione. Dal 2006, anno di fondazione di Twitter, la società lo ha reso miliardario, anche se non ha quasi mai chiuso un bilancio in attivo. Già nel 2008 Dorsey era stato estromesso per poi tornare alla guida nel 2015. Ora rimarrà ceo di Square, la società di pagamenti elettronici che ha fondato dopo Twitter, e non nasconde di provare grande interesse anche per l’ampliamento della moneta digitale.

Prefgeribilmente in maglietta e jeans tranne che nelle audizioni al Congresso, amante dei tatuaggi e delle simbologie hippie, Dorsey è sempre stato convinto di favorire la costruzione di un mondo migliore attraverso i suoi mini messaggi in rete. Ha avuto un momento di altissima notorietà quando ha chiuso l’abbonamento a Donald Trump, considerando i cinguettii dell’ex presidente non veri e poco consoni alle regole di correttezza delle informazioni che il sito vuole distribuire ai suoi miliardi di utenti.

Dorsey, a differenza di Bill Gates e Mark Zuckerberg, non si è mai laureato, nonostante sieda nel board di diverse università. Nato a St. Louis, proviene da una famiglia cattolica di lontana origine italiana e ha uno zio prete. Schietto e dai toni morbidi, Jack, con un passato da modello, non ha mai nascosto di aver avuto l’idea di Twitter dopo avere visto i primi tentativi di Instant Messenger di Aol e da lì ha sviluppato il suo sistema dei cinguettii col numero di caratteri limitati. Fanatico della meditazione, trascorse nel 2018 un compleanno nel Myanmar in cerca di serenità e ispirazione. Sostenitore dei democratici, il gesto politico più rilevante Dorsey lo fece il 6 gennaio 2021 quando, dopo l’assalto al Congresso da parte dei sostenitori di Trump, prima diede 12 ore di tempo al presidente sconfitto per cambiare i suoi contenuti, poi con la dicitura World Leader Exception decise di bandirlo completamente dalla sua piattaforma. Un gesto che ammutolì l’ex presidente, prosciugandogli i contatti, e però rivelò anche una debolezza: la constatazione che un leader poteva finire per monopolizzare un social come Twitter. Dorsey non ha mai rinnegato la sua scelta ma ha pure ammesso: "Difendo il mio atto ma questo ha creato un precedente nella rete e può essere pericoloso".

Nelle valutazioni di Wall Street di ieri, Twitter veniva capitalizzata intorno ai 30 miliardi di dollari. Di questi, secondo le stime di Forbes per il 2021, Dorsey avrebbe azioni per quasi 12 miliardi di dollari, destinati a crescere se il suo successore Agrawal riuscirà a fare meglio di lui.