C’è un ragazzo che ama la vita (e la sua città)

Gli auguri di Pasqua quest’anno ce li fa Gianni Morandi, nell’intervista che ha dato a Giorgio Comaschi e che trovate alle pagine 6 e 7. Sono auguri speciali per una Pasqua speciale. E perché speciale? Beh, perché mai come quest’anno, quando ci siamo incrociati per gli auguri, ci siam detti "speriamo che sia davvero una resurrezione". Non ne possiamo più, inutile dire perché. In questo clima di sfinimento e un po’ di depressione, arriva il sorriso di Gianni Morandi. Dall’11 marzo è ricoverato al Bufalini di Cesena al centro grandi ustionati. Ne avrà ancora per un bel po’. Eppure ci dice: "Sono fortunato".

Per la prima volta racconta nei dettagli com’è successo (il classico “banale incidente”, mentre bruciava sterpaglie nel giardino di casa), che cosa si è fatto (dove si è ustionato, e quanto), le cure che sta facendo, la vita in ospedale. E la paura. Solo i bugiardi negano di avere mai avuto paura.

E così capiamo che cosa ha passato e che cosa sta ancora passando. Credo che ciascuno di noi si sia avvilito per molto meno, e per molto meno si sia arrabbiato con la malasorte, e magari abbia imprecato. Gianni no. Dice: "Sono fortunato". Ci siamo sentiti ieri pomeriggio e mi ha confidato: "Pensa se mi fossi ustionato la faccia". E poi ha parlato dei casi più gravi che vede lì in ospedale, e ancora del Covid: "Quanta gente ha perso la vita per questo virus: e dovrei lamentarmi io?".

Gianni Morandi è una delle persone più popolari e più amate nel nostro Paese e il suo sorriso fa ormai parte dell’iconografia nazionale. Ma mai come adesso questo sorriso è contagioso. In un momento in cui tutti abbiamo bisogno di ottimismo, Gianni ci testimonia che il vero ottimismo non è dire (senza crederci) che "andrà tutto bene", non è la pacca sulla spalla: ma è saper vivere una sofferenza guardando il bello, il buono e il tanto che la vita ci riserva. E saper ringraziare il cielo, come fa lui nelle prime battute della telefonata con Comaschi.

Un’ultima cosa vorrei dire di Gianni Morandi, questa: la prima intervista dall’ospedale, l’ha concessa al Carlino. Non lo dico per esibire uno scoop di cui non ho alcun merito. Lo dico perché Gianni ha scelto il Carlino perché il Carlino è il giornale della sua città. E uno che ama la propria città, le proprie radici, le facce che l’hanno accompagnato per una vita... ecco, uno così oggi è difficile da trovare. C’era un ragazzo, e c’è ancora.