Terrore sul bus, convalidato l'arresto di Sy: confermata la finalità terroristica

Il gip ha accolto l'istanza dei pm. "Le voci dei bimbi morti? Maldestro tentativo di simulare problemi di mente"

Sy e il bus incendiato sulla Paullese

Sy e il bus incendiato sulla Paullese

Milano, 23 marzo 2019 - Il gip di Milano, Tommaso Perna, ha convalidato l'arresto di Ousseynou Sy, l'uomo che il 20 marzo scorso ha dirottato un bus con a bordo una scolaresca di Crema e poi gli ha dato fuoco. L'atto di convalida e' stato depositato stamattina: il magistrato ha disposto la custodia cautelare nel carcere di San Vittore. Il gip ha confermato le accuse di strage, incendio, sequestro di persona e resistenza con finalita' di terrorismo. I pm Alberto Nobili e Luca Poniz titolari dell'inchiesta per sequestro di persona e strage, avevano motivato la loro richiesta di custodia cautelare in carcere con il pericolo di reiterazione del reato.

Nel provvedimento del gip si legge che Ousseynou Sy "mostra una totale assenza considerazione rispetto alle regole di convivenza" e ciò "non consente di formulare una positiva prognosi sul suo comportamento futuro, laddove non venisse applicata alcuna misura".  Per il giudice, che accoglie l'intero impianto accusatorio, "l'unica misura adeguata a contenere la fortissima spinta criminale dell'indagato, è quella della custodia cautelare in carcere".

Il gip scrive anche che durante l'interrogatorio di ieri, Ousseynou Sy, "da una parte, ha confermato quanto dichiarato in precedenza" ovvero di avere compiuto il gesto per vendicare i bambini morti nel Mediterraneo, "dall'altra, non senza una certa abilita', ha tentato di fornire un quadro in qualche misura viziato da una sorta di pregiudizio di natura psichica". Non sarebbero dunque veritiere secondo il magistrato le affermazioni dell'indagato sulle "voci dei bambini morti" che sentiva e che gli avrebbero ispirato l'azione. La rappresentazione dei fatti fornita ieri a San Vittore durante le dichiarazioni davanti al gip e ai pm Luca Poniz e Alberto Nobili, oltre al suo avvocato Daniele Lacchetta "non puo' che ritenersi il frutto di una posticcia e maldestra opera di rivisitazione della realta'". Un tentativo "posticcio e maldestro" che peraltro non corrisponde alle dichiarazioni fornite subito dopo l'attentato ai pm: "Cio' al non troppo velato fine di poter contare sui benefici conseguenti ad una eventuale, dichiarazione di incapacita' di intendere e di volere" aggiunge il gip. Che sottolinea di ritenere "improbabile" lo sconto di pena per vizio di mente.

Secondo il gip, lo "scopo sotteso all'azione era quello di costringere, o comunque condizionare, le politiche migratorie attualmente adottate dal Governo in carica". Il suo "intento" era "quello di compiere un'azione dimostrativa sull'onta dell'ira" in lui generata, come ha riferito, "dall'episodio del mancato sbarco di 49 persone", ossia la vicenda della nave Mare Jonio. Non solo, "l'azione è stata condotta verso una scolaresca composta da ben 51 studenti, oltre dei loro insegnanti, deve altresì ritenersi che l'effetto intimidatorio nei confronti della popolazione, colpita nella sua primaria essenza vitale, ovvero i suoi figli, sia stato massimo".

Inoltre, è "provato" che Ousseynou Sy avesse con sé, oltre che un coltello, anche una "pistola".  Il giudice richiama sul punto le testimonianze, come quella di un insegnante che ha raccontato che il 47enne alzò "la sua maglietta mostrando una pistola inserita all'interno dei pantaloni ed in mano una lama, di circa 10 cm".

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