"Bus di studenti dirottato, atto di terrorismo"

Ventiquattro anni all’autista che prese in ostaggio 50 ragazzini e diede fuoco al pullman. Accusato anche di strage e sequestro di persona.

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di Anna Giorgi

"Se volete condannarmi fatelo pure, ma ricordatevi che il mio gesto aveva solo lo scopo di salvare vite umane, di combattere gli orrori dei troppi morti davanti alle nostre coste". Dopo le sue dichiarazioni spontanee rese in aula bunker e quattro ore di camera di consiglio, i giudici della Corte d’Assise del tribunale di Milano, presieduta dal giudice Ilio Mannucci Pacini, lo hanno condannato, confermando i 24 anni chiesti dal pm Luca Poniz e dall’aggiuto capo dell’antiterrorismo Alberto Nobili.

Strage, sequestro di persona aggravato dalla finalità terroristica, incendio, lesioni e resistenza: queste le accuse contro Ousseynou Sy, il 47enne che nel marzo dell’anno scorso ha dirottato e incendiato un pullman con a bordo 50 ragazzi, a San Donato Milanese. Sy ha ascoltato la sentenza impassibile, quasi con disinteresse, camicia a righe blu, pantaloni scuri e una mascherina nera con la scritta: "L’Africa non morirà mai". Per la Corte, Sy con la sua azione avrebbe cercato di "intimidire la popolazione, l’opinione pubblica, le istituzioni, il governo e procurato pericolo per la pubblica incolumità".

Un’azione, la sua, dettata da ragioni politiche che sono rimaste sullo sfondo, come la protesta per i morti nel Mediterraneo e la politica migratoria dell’allora ministro degli Interni, Matteo Salvini, definito "piccolo Duce", dichiarazioni che hanno portato la Corte a un ritocco delle accuse contestate dal pm. I giudici, in sentenza, hanno infatti riqualificato l’ipotesi di strage aggravata dal terrorismo, reato contro l’ordine pubblico, in attentato con finalità di terrorismo, reato contro lo Stato, lasciando invece vivere del capo di imputazione originario le ipotesi di lesioni e resistenza e incendio. La difesa aveva tentato di smontare l’accusa di strage, facendo leva su una presunta personalità bordeline del 47enne sviluppata a seguito di maltrattamenti subiti durante l’infanzia.

Sy, assieme alla società per cui lavorava, Autoguidovie, e al ministero dell’Istruzione, è stato condannato a risarcire gli alunni e le loro famiglie. È stata fissata una provvisionale di quasi 2 milioni. Soddisfatti per la sentenza i genitori dei ragazzi e i loro legali. "Ci siamo affidati alla Corte che ha deciso con equilibrio rispetto alla gravità dei fatti – dice una mamma – per i nostri figli è un insegnamento e li farà sentire vicini alle istituzioni". Gli studenti sequestrati stanno reagendo col supporto di psicologi, come Rami, tra i primi a dare l’allarme insieme ad Adam. Entrambi sono stati premiati con la cittadinanza italiana, ma faticano a riprendere la normalità, soffrono ancora di stress post traumatico. Il difensore di Sy, Giovanni Garbagnati, annuncia già il ricorso: "Non ci sono né la strage né il terrorismo", sostiene.

Dalla politica la soddisfazione per la condanna è unanime. "Spero non esca più di galera", commenta il leader della Lega Matteo Salvini, mentre per il governatore della Lombardia Attilio Fontana si è trattato di una "condanna esemplare per il colpevole di una vicenda che ha scosso la Lombardia e tutto il Paese". "Oggi è la vittoria dello Stato di diritto", conclude il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi.