Burocrazia choc "Dimostri lei di essere viva"

Massimo

Donelli

Che cosa succede se si ingenera un equivoco pirandelliano tra l’Azienda sanitaria locale (Asl), l’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps), un piccolo Comune (Balangero, 3.700 abitanti in provincia di Torino) e un granitico istituto bancario? Succede che la burocrazia dispiega tutta la sua odiosa brutalità. E una rispettabile insegnante di 70 anni, Mariacristina Fornelli Bardina, in pensione dal 2004, viene data per morta, privata per due mesi dell’assegno previdenziale e obbligata a dimostrare di essere viva.

Sì, avete letto bene. Hanno scaricato su Mariacristina quello che in gergo giudiziario si chiama l’onere della prova: "Signora, vero che lei respira, parla, cammina, telefona e ora è qui davanti a me. Ma a noi hanno comunicato che lei è morta. E finché un documento ufficiale non certifica il contrario, morta rimane. Si sbrighi a farselo dare, perché altrimenti le blocchiamo anche il conto corrente". E la sventurata rispose. Superato lo stupore, infatti, Mariacristina è corsa in Comune, dove ha scoperto di essere vittima di un caso di omonimia e si è fatta rilasciare il certificato di esistenza in vita: "Assieme alla fotocopia della mia carta di identità l’ho spedito immediatamente via mail alla banca, il 5 luglio. Il 14 luglio, poi, ho mandato tutto anche all’Inps, sia a Torino che a Roma. Questo sempre tra una telefonata e l’altra, sperando che l’iter si sbloccasse". Invano: "Qualcuno mi dica quello che sta succedendo e quando potrò ricevere di nuovo i soldi che mi spettano". Mariacristina è tutti noi. Perché ognuno di noi, come lei, è finito almeno una volta con la zampa nella tagliola della burocrazia. Che "troppo spesso ritarda lo sviluppo del Paese" (così il premier Mario Draghi, 73 anni, nel suo ultimo discorso al Parlamento, il 20 luglio). E che manda in mille pezzi la fiducia dei cittadini nello Stato. Spingendoli, per dire, a disertare le urne…