Bullismo, 17enne aggredito in classe a Lecce. "La maglia usata per pulire la lavagna"

La denuncia della mamma dopo aver ricevuto un video su Whatsapp da un amico della vittima

Un frame del video girato da un amico del 17enne di Lecce vittima di bullismo (Ansa)

Un frame del video girato da un amico del 17enne di Lecce vittima di bullismo (Ansa)

Bari, 22 aprile 2018 - La maglia tolta e usata come 'cancellino' della lavagna. Un nuovo caso di bullismo arriva dalla provincia di Lecce: un ragazzo di 17 anni sarebbe stato picchiato e umiliato a scuola dai compagni di scuola. I genitori hanno presentato un esposto in Procura a Lecce, allegando anche un video, mandato alla mamma da un amico del giovane. Nel filmato, ricevuto tramite Whatsapp, si vede uno studente che aggredisce il compagno tirandogli calci e minacciandolo con una sedia.  

La notizia arriva dal Quotidiano di Lecce. Secondo la famiglia, il ragazzo avrebbe subito soprusi, umiliazioni e botte fin dall'inizio dell'anno scolastico. Il ragazzo le avrebbe confermato quanto accaduto. Non solo aggressioni - sul suo corpo c'erano segni che lui ha sempre cercato di minimizzare - ma anche umiliazioni, fino alla maglia usata per pulire la lavagna, secondo quanto riferito dall'avvocato Giovanni Montagna, che ha presentato denuncia. "È un ragazzo molto introverso, chiuso ma che ha sempre avuto un brillante rendimento scolastico. Da settembre, da quando sarebbero iniziati questi episodi, invece è calato notevolmente", racconta Montagna. Il giovane aveva negato alla madre di avere problemi in classe fino al 7 aprile, quando lei ha ricevuto un whatsapp con un video che ritraeva il figlio vittima di un compagno che lo prendeva a calci e lo minacciava con una sedia. Quando la mamma ha chiesto spiegazioni, il giovane preso di mira dai bulli ha cercato di minimizzare. Non è ancora chiaro quanti partecipassero alle vessazioni. Sarà il lavoro della Procura a dover cercare di fare chiarezza".

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Nel video si sentono anche alcune voci che, secondo l'interpretazione della mamma riferita all'avvocato, rivelerebbero la volontà di un amico - ma dal filmato emerge la partecipazione almeno di un'altra persona - di aiutare la vittima a uscire dalla situazione di umiliazione. "Sicuro che stai registrando?", inizia uno dei due. "Sì", risponde l'altro. Poi, in dialetto leccese: "Così lo mettiamo a posto proprio". "Ma a tutto io devo pensare?", è la conclusione del dialogo.