Venerdì 19 Aprile 2024

Bufera in Austria, Kurz indagato "Pagò i sondaggi con soldi pubblici"

Il cancelliere è accusato di favoreggiamento della corruzione. Il suo partito replica: inchieste politiche

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Una nuova bufera si scatena su Sebastian Kurz. Dopo giorni in cui si vociferava un’imminiente visita degli inquirenti negli uffici del cancelliere austriaco, ieri a Vienna la procura anti-corruzione si è effettivamente presentata alla cancelleria in piazza Ballhaus per acquisire documenti e supporti informatici dei più stretti collaboratori del capo del governo e leader del partito popolare ÖVP. L’inchiesta per peculato, concussione e concorso in corruzione riguarda presunte irregolarità nell’ambito di sondaggi e inserzioni commissionati a vantaggio dell’ ÖVP, ma pagati dal ministero alle Finanze, cioè con i soldi pubblici.

Per il 35enne sunny boy dei conservatori europei, ma anche per il governo ÖVP-Verdi, si tratta di una brutta batosta, soprattutto perché i reati ipotizzati sono pesanti. Kurz da questa primavera risulta indagato con l’accusa (considerata meno grave) di falsa testimonianza in merito ad una sua deposizione sullo scandalo “Ibiza-Gate“ che travolse nel 2019 l’ex partner di coalizione Heinz Christian Strache. Da tempo la procura anti-corruzione si sta occupando anche di alcune nomine della Casinos Austria, toccando in più occasioni il cerchio magico del cancelliere. Ad alimentare le voci di una svolta nell’inchiesta il fatto che nei giorni scorsi al fascicolo sono stati aggiunti nuovi elementi secretati. Le speculazioni sono diventate così insistenti che a un certo punto la vice segretaria dell’ÖVP Gaby Schwarz ha convocato una conferenza stampa, definita da molti poi "bizzarra", nella quale ha sostenuto in merito ad eventuali perquisizioni che tanto non ci sarebbe stato "più nulla da trovare".

La svolta di queste ore riguarda un nuovo filone su presunte irregolarità nell’assegnazione di inserzioni a favore della famiglia Fellner, editrice del tabolid Oesterreich e della tv oe24, e un sondaggio pagato dal ministero delle Finanze "esclusivamente per scopi partitici", secondo gli inquirenti. Risultano indagati, oltre a Kurz, anche alcuni suoi stretti collaboratori, soprattutto dello staff stampa. Gli investigatori vogliono anche vederci chiaro su 1,3 milioni di euro di inserzioni sui media della famiglia Fellner. Alcuni fatti risalgono però ai tempi pre-Kurz, ovvero prima della sua folgorante ascesa nel partito e al governo.

I socialdemocratici SPÖ e l’ultradestra FPÖ hanno invocato le dimissioni di Kurz, che ieri era al vertice europeo in Slovenia, e una seduta straordinaria del Nationalrat, la Camera dei rappresentanti del Parlamento austriaco. L’ÖVP invece ha respinto tutte le accuse e attaccato gli inquirenti. Da tempo il partito del cancelliere accusa la procura anti-corruzione di portare avanti "inchieste politiche". Secondo i popolari, "dopo le false accuse contro Kurz" e altri esponenti del partito, "la cui infondatezza è ormai dimostrata, ora vengono costruite nuove accuse su vicende che in parte risalgono a cinque anni fa". "Tutto questo succede sempre con lo stesso sistema e lo stesso obiettivo: danneggiare gravemente il Volkspartei e Sebastian Kurz", ha affermato l’ÖVP.

I Verdi, partner di coalizione, si trovano però in palese imbarazzo, non solo per l’inchiesta ma anche per le pesanti accuse dei popolari contro i giudici. Anche se il vicecancelliere Werner Kogler si è affrettato a ribadire che il governo non è in pericolo, alcuni osservatori lo vedono già vacillare. Mentre all’interno dei popolari si starebbe ricompattando il gruppo degli “ex“, una volta potentissimo e poi rottamato dallo stesso Kurz.

r.r.