Giovedì 18 Aprile 2024

Bruxelles, eurodeputato sorpreso in un’orgia "Era il paladino della famiglia tradizionale"

L’ultraconservatore ungherese Szájer ha tentato la fuga da una grondaia: la festa in un bar chiuso per lockdown. Bloccato dalla polizia, si dimette

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di Remy Morandi

Forse si erano stancati di mascherina e distanziamento, ma (forse?) si sono lasciati un po’ troppo andare. Siamo in un bar a Bruxelles, dove venerdì scorso gli agenti della polizia belga hanno fatto irruzione per alcune segnalazioni di schiamazzi. Davanti si sono trovati un’orgia, tra alcol e droga, alla quale stavano partecipando venticinque persone, "principalmente uomini" secondo alcune fonti. Tra questi anche un eurodeputato che, alla vista degli agenti, avrebbe tentato la fuga da una grondaia. Non contento l’eurodeputato, una volta raggiunto e bloccato senza troppi sforzi dalla polizia, avrebbe addirittura invocato l’immunità parlamentare. Risultato? Tutti i partecipanti dell’orgia sono stati identificati e multati con un’ammenda di 250 euro, mentre l’uomo si è dimesso domenica scorsa, presentando ieri una lettera di scuse in cui ha ammesso i fatti.

L’uomo in questione è József Szájer (nella foto), del partito ungherese Fidesz di Viktor Orbán. Sarebbe poco rilevante la sua identità, se non fosse che l’eurodeputato è un ultra-conservatore che sostiene, insieme al suo partito, la cosiddetta famiglia ’tradizionale’.

"Ero presente alla festa privata – ha dichiarato Szajer – Dopo che la polizia ha chiesto la mia identità, visto che non avevo documenti ho dichiarato di essere un eurodeputato. Hanno trovato delle pasticche di ecstasy, ma non era mia e non ho idea di chi fosse. Mi rincresce profondamente di aver violato le restrizioni anti-Covid, è stato un atto irresponsabile da parte mia. Mi scuso con la mia famiglia, con i miei colleghi, con i miei elettori. Chiedo loro di valutare questo infortunio tenendo conto di trent’anni di duro lavoro, con devozione".

Un’impresa non facile, quella di trovare qualcuno tra i suoi sostenitori che gli possa perdonare questo "infortunio". Sia perché i suoi elettori lo hanno votato per ben quattro volte al parlamento ungherese (dal 1990 al 2002) e per quattro volte al Parlamento europeo, sia a causa della situazione Covid, che dovrebbe imporre a tutti di rispettare e attenersi a regole ferree.

In Belgio, nel frattempo, l’operazione anti-festino della polizia ha anche riaperto il tema delle garanzie delle libertà civili. Secondo la Costituzione belga, il domicilio è inviolabile. Serve un mandato dell’autorità giudiziaria per fare irruzione. Ma esistono delle eccezioni: in caso di violazioni delle norme sanitarie, per esempio, la Polizia può entrare nelle case d’ufficio, senza mandato. Un tema questo che in molti contestano in Belgio, ma che altri ritengono necessario per motivazioni legate al terrorismo. Il Belgio, infatti, è lo stesso Paese in cui la Polizia, nella notte tra domenica 15 novembre e lunedì 16 novembre 2015, non perquisì fino al mattino un appartamento a Molenbeek, in cui c’era il forte sospetto che si trovasse il terrorista jihadista Salah Abdeslam perché la legge vietava le perquisizioni domiciliari tra le ore 21 e le 5. "I nostri servizi – ammise all’epoca il ministro federale della Giustizia Koen Geens – ci hanno detto che non era del tutto escluso che Salah fosse lì e che le ore in cui non si possono effettuare perquisizioni, dalle 9 di sera alle 5 del mattino, non ci hanno aiutato a trovarlo in quel momento".

Mentre in Belgio dunque la notizia del festino di Bruxelles ha assunto anche toni più seri, in Italia i social si sono divertiti al pensiero della fuga dell’europarlamentare dalla grondaia. Ma c’è anche chi ha criticato il comportamento tenuto dal politico. "In tempi come questi come ti passa per la testa di fare una cosa del genere, soprattutto se sei un parlamentare?", si legge su Twitter. "Come se non avessimo mai avuto anche noi scandali simili", rispondono.