Crisi, Brunetta per il governo dei migliori. "Meloni e Salvini fuori? In Europa già così"

L’ex ministro: mettiamo da parte le casacche e facciamo un esecutivo che in cento giorni faccia le riforme necessarie a salvare il Paese

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La politica ha già perso troppo tempo in teatrini o balletti. Renato Brunetta, già ministro e responsabile economico di Forza Italia, chiede un cambio di gioco: "Abbiamo 100 giorni per salvare l’Italia. Per fare quelle riforme che l’Europa ci chiede e dar gambe a un Recovery plan credibile. Altrimenti, non ci danno un euro e il Paese affonda. Si parta da qui per dare un governo all’Italia".

Professore, il presidente Fico sta ultimando l’esplorazione. Come se ne esce?

"Rifiuto tatticismi e liturgie. La gente non le capisce, tanto più in un momento drammatico come questo, e si disaffeziona alla politica. Cercare una nuova maggioranza con gli stessi partiti di quella che si è appena sgretolata, è un errore: servono energie politiche straordinariamente superiori".

Che tipo di esecutivo immagina?

"Da quando è iniziata la pandemia, ho suggerito uno scatto di generosità a tutti i partiti. È una fase in cui ciascuno deve abbandonare la propria casacca e lavorare in una logica bipartisan. Sono quasi sempre riuscito a far sì che FI e il centrodestra votassero insieme gli scostamenti di bilancio: 140 miliardi in totale".

E dunque?

"Serve un governo dei migliori, che riparta da un’agenda di cose da fare da qui ad aprile. Individuo tre pilastri. Le riforme, prima di tutto: fisco, giustizia, semplificazione, welfare. Sono indispensabili, se vogliamo che l’Europa finanzi il Recovery plan, che è il secondo pilastro. Il terzo è il piano vaccini, quello attuale fa acqua da tutte le parti. Mi ispiro al modello israeliano: pubblico e privato insieme, moltiplicazione dei centri di vaccinazione e caccia anche agli altri vaccini disponibili e certificati. Serve un mister Wolf alla Tarantino che li cerchi e li acquisti, con l’ok dell’Ue. Senza questa bombola d’ossigeno, l’Italia si spegne".

Quali partiti potrebbero sostenere questo governo?

"Tutti, dalla Meloni a Salvini, da Zingaretti a Leu e Renzi. Non vedo chi possa dire di no..."

Niente veti azzurri ai 5Stelle?

"Non amo i veti, da qualunque parte provengano. Mi fa un po’ tristezza vedere le consultazioni di Fico limitate alla vecchia maggioranza, si lascia fuori l’altra metà del cielo. Che, secondo tutti i sondaggi, è maggioranza nel Paese"

Conte può aggregare un fronte largo come questo?

"Il presidente Berlusconi chiede discontinuità, io sono d’accordo. L’azione di governo e di Conte non sono state sempre all’altezza: poca trasparenza, inadeguatezza, incapacità di guardare lontano. Eppure gli italiani sono stati molto disponibili ad accettare misure anche contraddittorie, non ci sono state né rivolte fiscali né sociali, una grande prova di popolo. Che non si merita questo caos".

Allora Draghi, lui potrebbe fare da collante?

"Draghi è un amico, un collega. Abbiamo collaborato insieme quand’era dg del Tesoro, e fu proprio grazie a Berlusconi, al nostro governo, che Draghi salì alla presidenza della Bce. È una delle personalità più competenti ci siano oggi, non solo in Italia. È uno dei migliori, se non il migliore in campo, se fosse disponibile".

E le elezioni che chiede Giorgia Meloni?

"Sono totalmente contrario alle urne anticipate. Vorrebbe dire stare 5 mesi e mezzo, di fatto, senza governo, sarebbe l’errore più grande".

Però i suoi colleghi di coalizione...

"Il centrodestra è una coalizione plurale, spesso la pensiamo in maniera diversa. Quando Salvini era al governo coi 5Stelle, FI è andata all’opposizione ma il centrodestra non è saltato e ha vinto alle regionali e alle amministrative. È un’alleanza che va rafforzata, ma non è in discussione".

È immaginabile che in un nuovo governo largo entri solo FI, mentre Fd’I e Lega restino fuori?

"Intanto pensiamo all’agenda e alle cose concrete, si parte da lì. In Europa, però, noi siamo al governo, nel Ppe, abbiamo votato la presidente von der Leyen, e Fd’I e Lega no".

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