Martedì 23 Aprile 2024

Brugnaro sconfessa il partner Toti "No al grande centro con Renzi"

Il presidente di Coraggio Italia frena i tentativi di intesa tra alcuni esponenti del suo movimento e Italia viva

Migration

di Elena G. Polidori

ROMA

Quando si è isolati a casa con il Covid ("una forma leggera, grazie alla terza dose"), si ha molto tempo per pensare. E il sindaco di Venezia, leader di Coraggio Italia, Luigi Brugnaro, approfitta di questi giorni di distanza forzata dagli impegni amministrativi e politici per riflettere sulle settimane appena trascorse.

Sindaco Brugnaro, il ritorno di Mattarella al Quirinale ha segnato anche lo show down dell’intera classe politica italiana.

"Ci abbiamo fatto una bella figura, si è trasformato tutto in una battaglia tra chi vince e chi perde, nel totale disinteresse di quelli che dovevano essere gli interessi del Paese. Avevamo un presidente come Mario Draghi disponibile per il Quirinale e siamo finiti per chiedere un secondo mandato pieno a Sergio Mattarella; una parabola significativa. E non in positivo".

Nel terremoto, sta nascendo l’idea di un ‘grande centro’ di cui anche Coraggio Italia è protagonista.

"Ho fondato Coraggio Italia a casa mia con Marco Marin, con Berlusconi avevamo parlato di creare un qualcosa che doveva chiamarsi Altra Italia, comunque un soggetto ancorato al centrodestra e dunque tutte queste fughe in avanti che vedo fare verso il centro credo che abbiano bisogno di maggiore ponderazione. Io sono un civico, non ho mai avuto tessere politiche, faccio il sindaco gratis e mi muovo a spese mie, dunque non mi associo a quel ‘partito della spesa’ che punta solo a far aumentare il debito pubblico con soldi dati a pioggia per calmierare il rincaro dei prezzi senza puntare, invece, su quello che serve veramente ai territori".

Lei vede nel centro che si sta formando, dunque, un ‘partito della spesa’?

"Non ho detto questo, dico che tuttavia queste fughe in avanti di Giovanni Toti e di Gaetano Quagliariello verso Matteo Renzi mi sembrano un po’ premature, non ho apprezzato questo comportamento di alleanze che nascono a cena e poi casomai muoiono nell’arco di un mattino. Io faccio della coerenza un punto ineludibile della mia azione politica, perché dalla coerenza dobbiamo ripartire e dunque per me la base politica è e resta il centrodestra, e da lì intendo ripartire, Renzi è senz’altro un interlocutore, ma non mi faccio dettare l’agenda politica da altri".

Parole che sembrano una chiusura verso il leader di Italia Viva.

"In tempi non sospetti ho stimato Renzi, ho persino approvato i suoi referendum costituzionali perché ritenevo giusto cambiare la Costituzione in quel senso, ma altro è fare accordi dettati da altri. Io credo in un’alleanza larga con Forza Italia e la Lega, ritengo Renzi interessante, ma le cose concrete che sono alla base della mia azione politica non si possono fare sulla base di scelte ideologiche. È da capire, insomma, chi ha voglia di innovare sul serio il Paese, soprattutto sotto il profilo energetico, e chi ha voglia di investire davvero sui giovani e costruire qualcosa con chi ci sta a condividere questo progetto, anche con pezzi del M5s che fossero interessati, se necessario".

E tutto questo nel progetto che ha in mente Renzi lei non lo vede.

"La domanda è: siamo disposti ad investire su un cambiamento strutturale del Paese soprattutto sul fronte dell’approvvigionamento energetico? Perché la crisi delle materie prime che abbiamo in questo momento non è congiunturale, è strutturale, e noi dobbiamo fare di tutto per trovare nuovi approvvigionamenti energetici puntando, a mio giudizio, sulle piccole centrali nucleari, ma bisogna far capire ai cittadini l’importanza di questa svolta, va spiegato perché hanno paura. C’è un brevetto fatto dall’Eni, che è una partecipata dello Stato, che punta sulla fusione nucleare, un nucleare ‘pulito’; perché non investirci? Questa è, secondo me, la politica che dobbiamo mettere in campo, non altro".

Per mettere a terra un progetto politico, ancorato al centrodestra, come il suo, ci vuole una struttura, ma soprattutto un leader; ne intravede uno?

"Ci sono fin già troppi generali e pochi soldati e non penso ad un leader ma a rendere pratica una visione che ho io, basata sulla coerenza, sull’onestà e su quel tipo di futuro che ho descritto prima. Il sistema lo troveremo, ma io punto ad una federazione di centro che vada da Matteo Salvini ai 5 Stelle, comunque saldamente ancorata al centrodestra, perché io da lì provengo e lì intendo restare".