Mercoledì 24 Aprile 2024

Bruciata l’auto della giornalista del Tg1

L’incendio l’altra notte, Cinzia Fiorato aveva denunciato episodi malavitosi a Monterotondo: "Se pensano di intimidirmi si sbagliano"

Migration

di Loredana Del Ninno

A fuoco la notte scorsa a Monterotondo l’auto della giornalista del Tg1 Cinzia Fiorato e del compagno, l’avvocato giuslavorista Vincenzo Iacovino. Le fiamme hanno lambito anche le vetture parcheggiate ai lati della Land Rover della coppia, distruggendo tutte e tre le macchine. Gli investigatori sono al lavoro, ma gli interessati sono convinti si tratti di un segnale nei confronti della Fiorato, da tempo impegnata a denunciare le infiltrazioni criminali nascoste dietro la "movida violenta" nel comune della città metropolitana di Roma.

"Dopo svariate minacce e attacchi personali – scrive la giornalista in un lunghissimo post sui social– la nostra macchina parcheggiata è stata data alle fiamme. Questo è il mondo che sta dietro la ’movida ’ di Monterotondo, ormai in mano alla malavita e questa gravissima azione intimidatoria e ritorsiva intende sicuramente silenziare la nostra attività di denuncia delle infiltrazioni criminali nella vità notturna della città. Ovviamente noi non ci faremo intimorire, anzi. E siccome il sindaco Riccardo Varone continua a tacere e rimandare ogni iniziativa per mettere in sicurezza il nostro quartiere, ci rivolgeremo ad altri interlocuri. Chi sperava con questo atto criminale di fermarci si sbaglia". "I vigliacchi codardi hanno bruciato la nostra macchina ma non bruceranno mai la nostra dignità", fa eco Iacovino.

Immediato il sostegno all’anchorwoman da parte dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. "Gravissimo episodio. Si faccia subito luce su quello che è accaduto e si individuino i responsabili", recita una nota. "Solidarietà a Cinzia Fiorato e al compagno ", dichiara ill commissario di vigilanza Rai, Federico Mollicone, deputato di Fdl, che aggiunge: "ll ministero dell’Interno accerti immediatamente le responsabilità e garantisca la loro incolumità. Presenteremo atti parlamentari in questo senso". Dura la reazione di Roberto Rossi, vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio: "L’attentato è un segnale gravissimo. Dobbiamo ritrovare il coraggio della denuncia corale per tutti noi, la stampa non può subire violenze di questo genere senza reagire. Serve una mobilitazione generale contro il malaffare e la violenza".