Bruciano (ancora) il Carso e la Versilia Si ferma la Fincantieri a Monfalcone

In Toscana 800 ettari di bosco in fumo: caccia ai piromani. L’appello dei sindaci friulani: non uscite di casa

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dall’inviata

Ilaria Ulivelli

MASSAROSA (Lucca)

L’Italia è in fiamme. I roghi stanno mangiando boschi e case. "Le temperature così elevate e la mancanza d’acqua disadratano le piante che si trasformano in combustibile che alimenta il fuoco", spiega il climatologo Bernardo Gozzini, membro del comitato d’indirizzo di ItaliaMeteo. È allarme per gli incendi, dal Friuli-Venezia Giulia alla Toscana, dal Veneto alla Sardegna, l’elenco si allunga a Calabria, Campania, Abruzzo, Liguria, Umbria, Sicilia e Lazio.

Scatta la caccia ai priromani, con il governatore campano Vincenzo De Luca che tira in ballo nuovamente il lanciafiamme per chi appicca i roghi. "Una vera catastrofe ambientale, serviranno decenni per ripristinare l’ecosistema che spesso riceve danni irreversibili": una constatazione amara quella della professoressa di Geografia economico-politica all’Università di Firenze, Patrizia Romei.

Nel nostro Paese si moltiplicano le richieste alla protezione civile d’intervento con elicotteri e canadair per circoscrivere giganteschi roghi che distruggono la vegetazione e inghiottiscono la fauna: un orrore senza fine. Migliaia le persone che hanno dovuto abbandonare casa senza sapere se potranno rientrarci, liberare gli animali da cortile a un destino segnato.

Continuano le operazioni per lo spegnimento degli incendi boschivi che da martedì mattina stanno impegnando i vigili del fuoco sul Carso Goriziano e Triestino. Sui fronti di fuoco attivi, a Devetaki, Sablici, Jamiano nel comune di Doberdò del Lago, in provincia di Gorizia, e Medeazza nel comune di Duino Aurisina, in provincia di Trieste, sono al lavoro 100 vigili del fuoco con 25 automezzi, che operano con il supporto di due canadair e un elicottero della flotta aerea. L’incendio non è ancora sotto controllo e sono in corso evacuazioni precauzionali intorno all’abitato di Jamiano. La Fincantieri di Monfalcone è stata costretta a chiudere per il fumo e a tenere a casa tremila dipendenti, mentre il sindaco ha chiesto ai cittadini di non uscire di casa. A Trezzo sull’Adda (Milano), i pompieri hanno trovato senza vita il corpo di un uomo, durante le fasi di spegnimento di un incendio di sterpaglie.

In Versilia si dà la caccia al piromane. È sempre più concreta l’ipotesi che a causare il disastro sia stata la mano dell’uomo: i vigili del fuoco avrebbero rivenuto cinque inneschi sulla collina di Bozzano che si affaccia su Torre del Lago. Lo stesso luogo dove dieci giorni fa tre biker avevano segnalato la presenza di stracci imbevuti di alcol. Per le indagini arriverà la task force della Forestale di Roma. La Toscana è in ginocchio. Più di 800 gli ettari di bosco andati in fumo, carbonizzati uliveti e vigneti delle colline della Versilia.

Mentre sull’estate dei vacanzieri piove cenere, urla forte il dolore di chi rischia di perdere tutto: case e attività. Un cielo dell’apocalisse, con volute di fumo biancorosate che trasformano il tramonto in un’alba aliena. "Mai visto niente di simile da quando sono nato e ho 79 anni: tutto è ricoperto di fuliggine", racconta il gestore dello stabilimento balnerare Barsanti, Noriano Garzella. Il governatore toscano Eugenio Giani è pronto a dichiarare lo stato di calamità regionale, ma quando l’incendio sarà circoscritto (il 70% è sotto controllo, però il vento sta alimentando il fronte nord: la preoccupazione si allunga verso Lucca) e si potrà fare una stima dei danni.

Bruciano le frazioni intorno a Massarosa, in provincia di Lucca: il fuoco si è propagato fino ai paesi di Pieve a Elici. Montigiano e Gualdo sono stati evacuati: gli sfollati salgono a oltre 500. Chiusa la bretella autostradale, raccordo tra l’A11 e l’A12 che collega Lucca alla Versilia. Enorme il dispiegamento di uomini: 130 a terra con 30 mezzi di soccorso: cinque elicotteri e cinque canadair.