Ex membri delle Brigate Rosse arrestati in Francia. Tre sono in fuga

Arrestati ex brigatisti ed ex appartenenti ad altre formazioni. Da Giovanni Alimonti a Giorgio Pietrostefani: tutti i nomi. Rischio prescrizione. Telefonata Draghi-Macron. Ha deciso Macron: "Scelta in linea con la dottrina Mitterand". L'avvocatessa degli ex terroristi: "La Francia ha tradito". Draghi: "Soddisfazione del governo, terrorismo ferita aperta". La ministra Cartabia: "Decisione storica". Parigi: "Anche due o tre anni per l'estradizione"

Giorgio Pietrostefani, Marina Petrella e Roberta Cappelli (Ansa)

Giorgio Pietrostefani, Marina Petrella e Roberta Cappelli (Ansa)

Parigi, 28 aprile 2021 - La notizia è clamorosa perché è una svolta da parte della Francia: sette tra ex membri delle Brigate Rosse ed ex appartenenti ad altre formazioni italiane che insanguinarono l'Italia negli anni di piombo sono stati arrestati stamani in Francia su richiesta dell'Italia (uno degli impegni del primo governo Conte fu proprio ottenere l'estradizione, impegno concretizzato ora dall'esecutivo Draghi), mentre altri tre sono in fuga e sono ricercati. I dieci sono accusati di atti di terrorismo risalenti agli anni '70 e '80. Il dossier è stato soprannominato "Ombre rosse". E' stato il presidente Emmanuel Macron in persona a prendere la decisione. Dieci giorni fa una telefonata tra Draghi e il presidente francese. Adesso si apre l'iter (che non sarà breve) per l'estradizione.

Chi sono

Da sinistra in alto Pietrostefani, Petrella e Calvitti. Sotto Cappelli e Tornaghi

Gli ex brigatisti arrestati in Francia questa mattina sono in attesa di essere presentati al giudice per la comunicazione della richiesta di estradizione da parte dell'Italia. Secondo quanto apprende l'Ansa da fonti investigative francesi, si tratta di Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti ex delle Brigate Rosse; di Giorgio Pietrostefani ex di Lotta Continua e di Narciso Manenti ex dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale.

LA SCHEDA / Da Pietrostefani a Petrella: ecco chi sono

Tre in fuga

Sono Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura gli ex br in fuga dopo l'operazione della polizia francese scattata questa mattina. Lo apprende l'Ansa.

L'operazione

L'operazione era stata preparata da giorni e, secondo quanto si apprende da fonti italiane, è stata condotta dall'Antiterrorismo della polizia nazionale francese (Sdat) in collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol e con l'Antiterrorismo della Polizia italiana e con l'esperto per la sicurezza della polizia italiana nella capitale francese.

Le condanne

Secondo quano riferisce l'agenzia Ansa, quattro hanno una condanna all'ergastolo: Capelli, Petrella, Tornaghi e Manenti. Per Alimonti e Calvitti, la pena da scontare è rispettivamente 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Pietrostefani deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni.

La "dottrina Mitterand"

Fino a questo momento la Francia era stata un rifugio sicuro per molti italiani che negli anni di piombo avevano fatto parte di formazioni terroristiche. A lungo si è parlato della cosiddetta "dottrina Mitterand".  Che tante polemiche ha creato nel nostro Paese (basti pensare alla vicenda di Cesare Battisti). Oggi la notizia degli arresti.  Non a caso nella nota dell'Eliseo si afferma che la decisione di Macron "si colloca strettamente nella logica della 'dottrina Mitterrand' di accordare l’asilo agli ex brigatisti, eccetto ai responsabili di reati di sangue". Quindi per Parigi non ci sarebbe nessuna sconfessione. L'Eliseo sottolinea anche come gli arresti di oggi siano "il frutto di un importante lavoro preparatorio bilaterale, durato diversi mesi che ha portato a prendere in considerazione i reati più gravi". Sempre nella nota dell'Eliseo si legge: "La Francia, anch'essa colpita dal terrorismo, comprende il bisogno assoluto di giustizia delle vittime". Poi c'è un accenno all'Europa quando si parla di "necessità imperativa di costruire un'Europa della giustizia, in cui la fiducia reciproca deve essere al centro".

La telefonata Draghi-Macron

Fonti dell'Eliseo hanno sottolineato che c'è stata "una telefonata tra il premier Mario Draghi e il presidente Emmanuel Macron, una decina di giorni fa, su iniziativa di Draghi". "La relazione franco-italiana - hanno aggiunto le fonti - si è fortemente consolidata con Macron e Draghi: è una relazione nella quale torna la piena fiducia, è un momento storico".

L'avvocato: "Francia ha tradito"

Irene Terrel, storica avvocata degli ex terroristi italiani in Francia, ha denunciato stamattina un "tradimento senza nome da parte della Francia". "Sono indignata - ha detto la Terrel dopo l'arresto di 7 ex brigatisti - e non ho parole per descrivere questa operazione che assomiglia a una piccola retata".

Rischio prescrizione

Nelle scorse settimane il prestigioso Le Figaro aveva posto l'accento sul rischio che alcuni degli ex terroristi italiani rifugiati in Francia potessero essere 'salvati' dalla prescrizione. In particolare la prescrizione interessa Bergamin e Di Marzio. Gli arresti di oggi potrebbero aver avuto un'accelerazione anche per questo motivo. E l'8 aprile il ministro della giustizia Marta Cartabia ha incontrato il suo collega francese Eric Dupond-Moretti, chiedendo ufficialmente la consegna degli ex terroristi per i quali a maggio scatta la prescrizione. Al termine di quella riunione Cartabia si era detta "soddisfatta dello scambio di vedute" con il collega francese. Da via Arenula, inoltre, era stato sottolineato in quell'occasione come si fosse registrato da parte della Francia un attestato di vicinanza e sensibilità significativo e maggiore rispetto al passato. Oggi la stessa ministra Cartabia parla di "decisione storica. Il terrorismo è una ferita aperta".

L'estradizione

"Fino a 2 o 3 anni" saranno necessari per l'effettiva estradizione degli ex terroristi italiani arrestati oggi in Francia. Lo hanno detto fonti dell'Eliseo, precisando l'iter giudiziario che si aprirà con le udienze caso per caso in corte d'appello. Saranno poi possibili ricorsi in Cassazione, quindi - una volta conclusa la procedura - starà al primo ministro emanare un decreto di estradizione. Contro il quale potrà, ancora una volta, essere opposto ricorso davanti al Consiglio di stato. Con gli arresti di oggi non ci sono altre richieste di estradizione di ex terroristi rossi rifugiati in Francia, secondo quanto si apprende dal ministero della Giustizia. Tra l'altro è scopntato che nella procedura vengano vagliate anche le condizioni di salute ad esempio di Petrella e Pietrostefani.

Le reazioni

Il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha espresso la soddisfazione del governo: "Bene la decisione della Francia di procedere contro i responsabili di gravissimi crimini di terrorismo, che hanno lasciato una ferita ancora aperta. La memoria di quegli atti barbarici è viva nella coscienza degli italiani. A nome mio e del governo, rinnovo la partecipazione al dolore dei familiari nel ricordo commosso del sacrificio delle vittime". 

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: "Massimo impegno per contrastare criminalità e terrorismo. Non si può fuggire dalle proprie responsabilità, dal dolore causato, dal male generato".

Il leader della Lega, Matteo Salvini: "Dopo aver sollevato il problema con la Lega al governo - tanto da aver dato la caccia a Cesare Battisti fino in Bolivia - ora la ritrovata autorevolezza del nostro Paese ci consente di festeggiare un altro successo. Grazie al governo e in primis al presidente Mario Draghi, bene la collaborazione della Francia".

Il segretario del Pd, Enrico Letta: "Guardiamo alle notizie della fine della protezione della Francia ai terroristi italiani come un risultato importante e da tanto atteso della collaborazione tra  Italia e Francia. La giustizia faccia il suo corso nel rispetto della memoria delle vittime innocenti di stagioni buie del nostro Paese".

"Oggi è stato ristabilito un principio fondamentale: non devono esistere zone franche per chi ha ucciso. La giustizia è stata finalmente rispettata". Lo scrive, su Twitter, Mario Calabresi dopo l'arresto in Francia di Giorgio Pietrostefani, condannato come mandante dell'omicidio del padre, Luigi Calabresi, bel maggio del 1972. "Ma non riesco - aggiunge - a provare soddisfazione nel vedere una persona vecchia e malata in carcere dopo così tanto tempo".