Caos Brennero, gli autotrasportatori: "Dovevano far uscire i tir prima"

I conducenti dei camion respingono le accuse di essere i responsabili del caos sull'A22: "L’autostrada del Brennero si assuma le sue responsabilità". Fai: il governo intervenga sull'Austria

Caos neve sul Brennero

Caos neve sul Brennero

Roma, 4 febbraio 2019 - Gli autotrasportatori non ci stanno. E respingono le accuse di Carlo Costa, direttore tecnico generale dell’A22, che dopo il caos neve sul Brennero aveva dichiarato: “La situazione è stata causata da numerosi mezzi pesanti non attrezzati, che sono scivolati e si sono messi di traverso”. Fita Cna - l’associazione più rappresentativa, conta 19mila associati su 80mila iscritti all’albo - va all’attacco. “In questo periodo i professionisti della strada che percorrono queste tratte, per la loro sicurezza e per quella di tutti gli utenti, certamente non sono privi di gomme antineve e catene ed usano tutti gli accorgimenti possibili per evitare l’intraversamento dei mezzi”. Ma non è solo una difesa d’ufficio. Fita ribalta le accuse: “L’autostrada del Brennero si assuma quindi le sue responsabilità per non avere saputo gestire l’evento meteorologico e per aver determinato il blocco dei camion arrecando ingenti danni alle imprese ed all’economia in generale”. Patrizio Ricci, bergamasco, presidente di Fita Cna ricostruisce così quel che è successo nel tragico fine settimana dell’A22. “Verso l’Austria c’è il tappo, più di un tot di camion all’ora non possono passare. Venerdì, per questo, si è formata una colonna in Italia di quattro-cinque-sei chilometri. Ha cominciato a nevicare, in poco tempo c'erano 25 centimetri sotto le gomme dei camion. Il problema è quello, non è che gli pneumatici non siano termici. Puoi essere attrezzato come vuoi ma in quelle condizioni non ce la fai. I camion hanno cominciato a spostarsi sulla parte un po’ più pulita dell’autostrada”. È finita come sappiamo. Per colpa di chi, non ha dubbi Ricci, “continua a far fare quelle colonne. Si dovevano creare dei tappi sotto. A Trento, forse addirittura a Verona, devono esserci piazzali, aree di sosta per tenere libera la viabilità, si fa così in tutta Europa. Non puoi avere sempre incolonnamenti sul Brennero. Anche perché qualcuno dall’altra parte contingenta il traffico. Questo è inaccettabile”. Poi l’associazione ricorda di aver sollecitato già quest’estate il vice ministro dei Trasporti Edoardo Rixi per avere il censimento delle risorse umane e dei mezzi a disposizione dei gestori autostradali in caso di emergenza neve. Sciolta la neve, restano i numeri: da questa direttrice ogni anno passano 2,2 milioni di tir. E i numeri sono in crescita. Insomma, la diretrice commerciale verso il nord è da tempo al collasso. Quest'estate, all'epoca delle scaramucce con l'Austria sui migranti, Stefan Pan - tra i vicepresidenti di Confindustria, il più grande produttore di strudel al mondo - all'ipotesi di una chiusura aveva ricordato: "Ogni giorno qui transitano 8mila tir. Se chiudiamo i confini, avremo blocchi e code. E crollerà la capacità produttiva europea".  Oggi Andrea Manfron, direttore della Fai - federazione autotrasportatori che fa capo a Conftrasporto-Confcommercio - sottolinea la dubbia legittimità dei divieti di transito imposti dal Tirolo e s'appella al governo perché intervenga. Mentre il presidente della giunta provinciale di Bolzano Arno Kompatscher cambia rotta:  l'infrastruttura è da tempo ai limiti delle sue capacità, bisogna potenziare il trasporto via rotaia.