Giovedì 18 Aprile 2024

Braccio di ferro sulle zone gialle Le Regioni: parametri meno severi

I governatori chiedono il cambio colore col 15% dei posti occupati in terapia intensiva e il 20% nei reparti. Oggi l’incontro decisivo per definire le nuove regole sul Green pass. Ma il decreto slitta a domani

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di Elena G. Polidori

È braccio di ferro sul Green pass e sul suo uso futuro dentro la conferenza Stato-Regioni che tornerà a riunirsi proprio questa mattina per cercare di formulare una proposta organica da portare al tavolo della "cabina di regia" del governo, attesa invece nel pomeriggio. Sarà in quel contesto che si cercherà di trovare una sintesi che sfocerà in un decreto che verrà probabilmente emanato già domani, con tutte le nuove specifiche per fronteggiare l’aumento dei contagi causati dalla variante Delta.

QUANDO ARRIVERÀ

IL NUOVO DECRETO?

"Sono in corso interlocuzioni con il governo per il green pass", ha infatti commentato ieri, laconico, il presidente del Veneto, Massimiliano Fedriga, facendo così capire che la battaglia politica sulle nuove regole è in pieno svolgimento. Perché le sensibilità sono diverse, visto che molte Regioni (a partire da Veneto e Lombardia) premomo perché si arrivi a definire un decalogo per l’utilizzazione del Green pass che lo renda strumento per garantire ad attività come ristoranti e locali al chiuso di rimanere aperti anche qualora, nei prossimi mesi, ci fosse un peggioramento della situazione pandemica e alcuni territori si trovassero non più in zona bianca.

ZONA GIALLA,

CAMBIANO I PARAMETRI?

Il rischio con l’esplosione dei nuovi casi soprattutto in regioni come il Lazio (solo a Roma i casi sono quintuplicati nell’ultima settimana), è che molte aree possano rientrare in zona gialla anche dopo la revisione dei parametri, che usciranno anch’essi dalle riunioni di oggi. L’ipotesi, al momento, prevede che – come sostiene da giorni il ministro della Salute, Roberto Speranza – il cambio di colore scatti al 5% dei ricoveri in terapia intensiva (e al 10% per i reparti ordinari). La Lombardia, con l’assessore Letizia Moratti, si è invece fatta portavoce della richiesta di revisione di questi numeri, da alzare rispettivamente al 15 e al 20%. Sempre la Moratti ha fatto sapere che questa sarà la richiesta portata avanti anche da Emilia-Romagna e Piemonte, ma non da Lazio e Toscana, che mostrano maggior prudenza. Così come altri componenti del governo che guardano con preoccupazione a quanto sta avvenendo all’estero, in Gran Bretagna in particolare, e spingono per un’utilizzazione molto più severa del Green pass.

SERVIRÀ IL GREEN PASS

PER ANDARE ALLO STADIO?

La linea che trova maggior consenso, al momento in cui scriviamo, sembra comunque quella di arrivare ad "estendere l’obbligo di certificazione verde modulato sulla base del contesto epidemiologico territoriale", ma di rendere il pass comunque obbligatorio nel caso di "grandi eventi sportivi e di spettacolo; discoteche; fiere e congressi".

NEI RISTORANTI SI POTRÀ

ENTRARE SENZA PASS?

Probabilmente sarà scongiurata l’ipotesi di dover mostrare il pass per entrare nei bar, ma non è detto che – invece – possa essere previsto per i ristoranti al chiuso. L’idea di fondo è comunque quella di non penalizzare chi ha fatto la prima dose, ma è in attesa della seconda, che si troverebbe senza certificazione, e su questo punto il risultato della mediazioni lo si potrà conoscere solo oggi.

IL PASS SI OTTERRÀ SOLO

CON LA SECONDA DOSE?

L’idea che sembra prevalere è che il rilascio del certificato verde venga ottenuto anche solo dopo la prima dose, con l’invito stringente ad accelerare la seconda con degli step in termini di calendario, ma le regioni più prudenti hanno già alzato il sopracciglio pensando ai locali al chiuso e alle conseguenze di questo "eccesso di apertura". Quel che è certo, invece, è che dal governo arriverà una nuova, forte raccomandazione alla vaccinazione del maggior numero di persone possibili, con attenzione particolare a quegli ’over 60’ che continuano a "disertare" la prenotazione del siero perché - casomai - non ne vogliono sapere di vaccinarsi con Astrazeneca. Le Regioni, tuttavia, vorrebbero intensificare le vaccinazioni anche "nella fascia di età 12-18 e più in generale under 30" e per questo chiedono "di rendere maggiormente disponibili dosi di vaccino Pfizer e Moderna".

CHE FINE FARÀ

LO SMART WORKING?

In ultimo, nel decreto che sarà varato entro fine settimana sarà anche prevista la proroga dello stato di emergenza che scade il 31 luglio. Finora il governo guidato da Draghi ha sempre previsto l’allungamento di massimo tre mesi, ma la presenza delle varianti che potrebbe segnare anche l’avvio della scuola e le elezioni amministrative previste per ottobre, potrebbe convincere sull’opportunità di arrivare alla fine dell’anno. Vuol dire che sarà ancora possibile lo smart working al 50% e la semplificazione di alcune procedure. In questo modo rimane in capo al commissario Francesco Paolo Figliuolo la gestione della campagna vaccinale.