Giovedì 25 Aprile 2024

Braccio di ferro sui poteri speciali antivirus Neppure il Pd vuol dare carta bianca a Conte

Zingaretti assicura il sostegno del Nazareno, ma il capo dei senatori dem chiede una delega limitata. Martedì Speranza al Senato.

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di Elena G. Polidori

Il prolungamento dello stato di emergenza per il Coronavirus, annunciato da Conte, provoca un terremoto in Parlamento e tensioni nella maggioranza. Martedì prossimo in Senato andrà in scena il voto sulle comunicazioni del ministro Speranza sul nuovo Dpcm, destinato a prorogare le norme anti contagio, in scadenza il 14 luglio. Per la proroga dello stato d’emergenza, che scade il 31, è invece necessaria una delibera in Consiglio dei ministri, su cui il premier Conte riferirà in Parlamento, ovviamente prima della scadenza.

Il segretario del Pd, Zingaretti, ha assicurato che il suo partito "è pronto a sostenere qualsiasi scelta del Governo utile a contenere la pandemia", ma la questione è di merito: se il centrodestra non vuol concedere al premier un altro periodo di "poteri speciali", il Pd pretende, comunque, che vengano definiti "perimetri molto ben delineati", come sottolinea il capogruppo al Senato Andrea Marcucci.

C’è n’è anche sulla questione del metodo, questione che la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha sottolineato in modo molto duro: basta coi Dpcm, si legge in filigrana nella sua dichiarazione, il Parlamento deve tornare centrale: "Mi auguro che sia l’inizio di una democrazia compiuta perché alla Camera e al Senato siamo ormai gli invisibili della Costituzione".

Ma è un appello destinato a cadere nel vuoto. Perché la liturgia è già codificata. Prima il ministro Speranza illustrerà il contenuto di un nuovo Dpcm, che dopo verrà firmato dal premier, ma nessun voto sullo stato di emergenza arriverà in quel contesto: la proroga al 31 dicembre sarà siglata da una delibera del Consiglio dei ministri, attesa per i prossimi giorni. Su quella il premier riferirà alle Camere. Perché qualunque decisione, hanno chiarito a Palazzo Chigi, dovrà passare comunque dalle Camere, anche se la proroga viene data per scontata, per garantire il mantenimento di alcune misure, a partire dallo smart working fino alla possibile decisione su eventuali zone rosse.

Il Pd appoggia la strategia di Conte perché nessuno, nel partito, vuol prendersi la responsabilità di far cessare l’emergenza nel momento in cui il virus sta rialzando la testa e con la questione della riapertura delle scuole in autunno ancora tutta da definire. Nessuna cambiale in bianco a Conte, però, mentre i 5 Stelle sembrano meno "appassionati" alla vicenda, almeno in apparenza. La proroga è una "questione prettamente tecnica", ha commentato ieri il capo politico, Vito Crimi.

Ma il centrodestra è in subbuglio; i Dpcm danno troppi poteri al governo – è l’assunto – confinando il Parlamento in un angolo. "Lo stato di emergenza blocca l’Italia", dice la capogruppo dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, mentre la capogruppo azzurra alla Camera,Mariastella Gelmini, ha provato a far leva sui malumori nella maggioranza, lanciando un appello "a Pd e Italia Viva, affinché dicano “no”". La Lega attacca con Roberto Calderoli: "Il Governo si è indebitamente appropriato di pieni poteri straordinari attribuibili solo nello stato di guerra". Per Fd’I "siamo ormai al paradosso, Conte che vuole prorogare arbitrariamente lo stato di emergenza".