"Braccialetto elettronico per chi maltratta"

Il Piano nazionale antiviolenza della ministra alla famiglia Bonetti: "Norme più stringenti e risorse economiche destinate alle vittime"

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Elena G. Polidori

Ministra Elena Bonetti, il governo si appresta a varare un pacchetto di misure per contrastare la violenza maschile sulle donne. Lei ha costruito il piano nazionale antiviolenza per il prossimo triennio.

"Sì, alcuni giorni fa ho portato il nuovo piano in Consiglio dei ministri e si basa sulla prevenzione ma anche sulla protezione delle vittime di violenza maschile coinvolgendo tutti i livelli territoriali, le amministrazioni e la rete antiviolenza. È un piano che per la prima volta abbiamo reso strutturale in legge di bilancio, con finanziamenti specifici, anch’essi strutturali. La lotta alla violenza si affianca però alla questione della parità di genere: per questo i due piani, quello antiviolenza e quello per la parità di genere, sono tra loro profondamente interconnessi".

I contenuti principali del nuovo pacchetto di norme?

"Si tratta di costruire una rete di maggiore tutela per le donne che denunciano e di intensificare la capacità di intervento cautelare verso gli uomini maltrattanti, ad esempio col braccialetto elettronico. La donna deve anche essere accompagnata in un percorso di autonomia dalla violenza denunciata e a cui è stata assoggettata: per poter denunciare, deve sapere di poter contare su qualcuno e che ci sia poi una concretezza di speranza. La libertà dalla violenza passa anche dal sostegno economico di una rete di prossimità. È fondamentale la rete dei centri antiviolenza come primo accesso. Serve garantire opportunità di autonomia economica: per questo abbiamo introdotto il reddito di libertà e il microcredito, due strumenti che permettono alle donne di iniziare una vita autonoma, così come è cruciale il supporto di operatori ben formati, che sappiano riconoscere la violenza e aiutare le donne a uscirne".

Le forze dell’ordine, con le leggi attualmente vigenti, si trovano spesso con le mani legate.

"Con il nuovo pacchetto interveniamo sulle falle evidenziate anche dai fatti di cronaca. Si tratta di assicurare tutela alla donna che denuncia, e farlo senza che questo significhi un’invasione della sua vita, intervenendo tempestivamente verso l’uomo violento, garantendo autonomia e sicurezza alla donna".

Per scardinare la violenza ci vuole anche un approccio culturale.

"Senza dubbio. La violenza di genere si fonda su una subcultura di abuso nei confronti delle donne, del tutto incompatibile con la nostra Costituzione. Solo il compimento della parità di genere e del protagonismo delle donne in ogni ambito potrà sradicare il fenomeno aberrante e inaccettabile della violenza di genere. Su questo il nostro impegno deve essere incessante".

Quando lei ha esposto, alla Camera, i temi riguardanti il pacchetto del governo, in Aula ad ascoltarla c’erano però pochissimi deputati.

"Mi sento di dire che le forze parlamentari, di maggioranza e opposizione, hanno mostrato grande attenzione su questi temi, ho sempre avuto dialogo con tutti senza mai trovare divergenze che non fossero superabili attraverso la ricomposizione tra le parti. Per questo sono molto fiduciosa".