Botte e social, preso il branco di baby bulle

Brescia, tre 15enni ai domiciliari e una in comunità: l’inchiesta era partita ad aprile. Postavano in Rete le sevizie su una coetanea

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di Beatrice Raspa

Minacciata, perseguitata e aggredita dal branco delle coetanee perché si era permessa di mettere gli occhi sul ragazzo sbagliato: il fidanzatino di un’altra. È il retroscena di una storia di violenza al femminile tra minorenni sfociata ieri nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per 4 ragazzine di 15 anni, raggiunte da una misura restrittiva per stalking, lesioni e percosse. Le giovanissime, studentesse di Brescia e provincia, stando all’inchiesta condotta dai carabinieri e dal procuratore dei minorenni Giuliana Tondina, per mesi hanno reso la vita di una conoscente, anche lei 15 anni, un inferno. Minacce via sms e social, con la promessa che l’avrebbe pagata, insulti, accerchiamenti, pestaggi. E botte riprese con i telefonini e diffuse a pioggia in Rete, nelle stories di Instagram e nelle chat degli amici su WhatsApp, così da deriderla e isolarla. Tutto è iniziato la scorsa primavera – era aprile – quando la vittima, esasperata, un giorno è corsa dai carabinieri di Gussago per denunciare di essere stata strattonata, malmenata, buttata per terra e fatta oggetto di strappi di capelli da un gruppo di ragazze, le quali l’avevano incrociata nel parco pubblico di San Polo, alle porte di Brescia, alla fermata della metropolitana. L’aggressione si concluse con un accesso al pronto soccorso per trauma cranico. Allertata dalla segnalazione, il capitano dell’Arma della compagnia di Gardone Valtrompia, Francesca Fiorentini, ha iniziato a indagare. E nel giro di poco ha identificato le autrici del misfatto: sette ragazzine bresciane, di cui tre classe 2008 – indagate, ma non imputabili perché solo 13enni – e le quattro destinatarie della misura cautelare. Una, già nota alle forze dell’ordine, è stata affidata a una comunità, mentre le altre tre sono in permanenza domiciliare, affidate ai servizi sociali minorili, e con la possibilità di uscire solo per la frequenza scolastica. Non solo. L’aggressione da cui ha preso le mosse l’inchiesta aveva un pregresso. Il branco perseguitava la malcapitata per la presunta rivalità amorosa dall’inverno precedente.

La 15enne aveva iniziato una frequentazione con l’ex fidanzato di una delle baby violente, che forse per lei non era proprio ex, ma qualcosa in più. Per convincerla a togliersi di mezzo, la ‘tradita’ e le amiche hanno pensato di pressare, insultare e menare. Agli atti c’è il video di un’altra violenza nella centralissima piazza Loggia nel febbraio 2021 – maschi e femmine accerchiano, spingono e seguono la vittima, picchiata dalle ragazze – puntualmente pubblicato su Instagram e diventato virale nelle chat WhatsApp. "Non bisogna avere paura di denunciare – è il monito del comandante provinciale dell’Arma, colonnello Gabriele Iemma –. In casi come questi bisogna rivolgersi con fiducia alle forze di polizia, qui c’è la prova che farlo funziona".