Venerdì 19 Aprile 2024

Boom di ascolti per il Papa da Fazio "Ha toccato il cuore della gente"

Francesco seguito da 6,7 milioni di telespettatori. L’ex portavoce Lombardi: un modo nuovo di comunicare

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di Giovanni Panettiere

ROMA

All’indomani della prima volta di un Papa ospite in un talk show il mondo cattolico si trova davanti a un bivio: è stata una grande opera di evangelizzazione oppure il contenitore ha finito per schiacciare il contenuto? Francesco è riuscito a beneficiare della ribalta mondana per annunciare a un vasto pubblico in maniera immediata, anche con le sue battute di spirito, il messaggio cristiano, intriso di perdono, misericordia, verità, onnipotenza divina nell’amore, oppure nel salotto buono di ’Che tempo che fa’ la sua voce si è svuotata di senso, ridotta a una fra tante, in una marmellata mediatica che all’attualità, il costume, gli spot aggiunge anche l’ingrediente papale?

A fronte di uno share che dà ragione alla scelta del Papa di lasciarsi intervistare da Fazio – fino a 8,7 milioni di telespettatori incollati al piccolo schermo –, nella Chiesa prevalgono i giudizi positivi. Anche da parte di chi vanta un altro stile rispetto a Bergoglio oppure semplicemente alla vigilia della diretta nutriva qualche dubbio sull’opportunità, considerando la sacralità del ruolo, di partecipare a un talk. Eppure, a dire il vero, non è neanche tanto su quest’ultimo aspetto che pungono le poche critiche all’indirizzo del Papa che alla conversazione ha conferito un taglio molto personale (i sogni da bambino, i suoi limiti e paure).

Padre Federico Lombardi, ex portavoce vaticano sotto tre pontificati (Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio), emblema di una comunicazione ecclesiale rigorosa, formale e sobria, nonostante "l’ora per me non abituale", ha seguito il programma. E il giorno dopo promuove il senso dell’operazione, "di taglio pastorale", intrapresa dall’altro gesuita come lui, Francesco. "Al di là della formulazione in encicliche e omelie – spiega il religioso – con questo tipo di forme espressive il Papa in maniera crescente sta cercando di fare arrivare, nel modo più semplice, diretto e popolare, i suoi messaggi. Vuole allargare il raggio della comunicazione, privilegiando uno stile dialogico e vicino alla vita e al linguaggio quotidiani".

Anche un talk show si addice al processo di umanizzazione della figura del Papa, sgradito alle frange tradizionaliste che non a caso, fino alla messa in onda, hanno accusato Bergoglio di secolarismo. A suonare la gran cassa della reazione è stata soprattutto La Nuova Bussola quotidiana, portale apprezzato dalla cerchia No Vax cattolica, che nell’atteso Day After, però, è rimasto silente. Nessuna replica: indifferenza o smarrimento? "La partecipazione al programma era un’occasione ad alto rischio, vuoi per il pericolo di un eccesso di mediatizzazione del Papa, vuoi per i timori di una possibile desacralizzazione della sua figura – è la premessa del sociologo delle religioni, Franco Garelli –. A conti fatti il ruolo del Pontefice è stato rispettato, Fazio lo ha sempre chiamato Santo Padre. Anche per questo credo sia stata un’opera di evangelizzazione ben riuscita che è arrivata al cuore della gente comune". Di certo è stata concepita in maniera oculata, avendo chiaro il contesto d’azione. "Bergoglio ha scelto di non affrontare tanto i grandi temi della dottrina – continua Garelli –, ma di presentare piuttosto il lato umano di una fede religiosa, di parlare, anche con una ricaduta spirituale, di equità, responsabilità e immigrazione, aspetti e questioni che colpiscono soprattutto le persone in ricerca, i veri target dell’intervista".

Gli argomenti trattati, appunto. Mentre si registra che i media vaticani optano per il basso profilo – Vaticanews non riporta la notizia della partecipazione al programma –, proprio dai temi discussi muove la critica di un altro attento osservatore delle questioni ecclesiali. Per Luca Diotallevi, ordinario di Sociologia all’Università Roma Tre, "hanno prevalso le domande retoriche senza andare al di là di quanto afermato nel quesito, del resto posto non da un giornalista, ma da un conduttore". Nessun accenno al ruolo della donna, al celibato dei preti, alla morale sessuale. Questioni non solo di largo interesse, ma anche oggetto del Sinodo in corso. "Si è persa un’occasione – chiosa –, è la prova che non si sta facendo alcun percorso sinodale. A parte in Germania dove si sono allestite, al netto di quanto si possa pensare delle proposte emerse finora, istituzioni idonee al confronto".