Bonus ai deputati, Fornaro: "Controlli scarsi, ma servivano soldi in fretta"

Fornaro, capogruppo LeU alla Camera: "Vergogna, chi non aveva diritto restituisca i fondi. Brutta storia, alimenta l’antiparlamentarismo"

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"Comunque la si giri è una brutta pagina". Per Federico Fornaro, capogruppo di LeU alla Camera, è un problema di etica pubblica: "A un parlamentare che non ha avuto intaccato il suo reddito nemmeno di un euro dall’epidemia non gli sarebbe dovuto passare per l’anticamera del cervello di prendere il bonus. È vergognoso. Mi auguro per loro e per l’Istituzione che abbiano ragioni da dimostrare per quanto accaduto".

Sembra che la questione sia più vasta e investa anche gli eletti negli enti locali.

"Bisogna distinguere tra chi percepisce una corposa indennità e chi, come i consiglieri comunali, ha un gettone di presenza limitato"

Non è stato un errore evitare verifiche per dare i bonus?

"Vorrei ricordare che la misura nasce in un periodo in cui l’opinione pubblica premeva sul governo chiedendo risposte veloci. Sulla bilancia sono state messe da un lato la rapidità e dall’altro la correttezza e si è scelta la velocità che si è portata dietro certi rischi. In una fase successiva sono stati inseriti controlli".

Fu una scelta corretta?

"Nel momento più critico della pandemia, se avessimo messo in piedi un sistema sofisticato di controlli il governo sarebbe stato accusato di gettare tra i piedi i soliti ostacoli burocratici".

Ha senso prevedere maglie larghe per il bonus alle partite Iva e strettissime per il reddito di emergenza?

"È un’osservazione corretta. Noi di LeU siamo stati però quelli che sul Rem hanno cercato di allargare le maglie. Devo anche dire che ora si rischia di buttare a mare un intervento giusto fatto per la prima volta: il varo di una misura di protezione di welfare nei confronti di partite Iva e professionisti. Ciò che è successo, però, è un motivo ulteriore per fare una riforma degli ammortizzatori sociali che guardi a tutti i tipi di lavoro non solo a quello dipendente, individuando due leve: uno strumento di ammortizzatore di base universale. E una cassa integrazione per accompagnare processi di ristrutturazione o fasi di recessione economica".

Basta per correggere la stortura?

"I soldi sono stati dati. È giusto verificare chi non ne aveva diritto: questi soggetti li devono restituire".

C’è chi chiede le dimissioni dei parlamentari coinvolti.

"È un tema che riguarderà i gruppi. E non vorrei essere nei panni di quei colleghi".

Andreotti diceva: ’a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina’. C’è chi sospetta che la notizia sia uscita ora per tirare la volata al referendum sul taglio dei parlamentari.

"Certamente questa vicenda porta acqua non solo al referendum, ma serve anche ad aumentare un fenomeno carsico nella nostra storia che prende il nome di antiparlamentarismo".