Martedì 16 Aprile 2024

Bonetti La sfida del terzo Polo "Siamo l’unica novità della politica"

"Quando faceva il ministro, la Meloni non ha portato a casa una sola legge per i giovani e le famiglie"

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Elena Bonetti, nata il 12 aprile 1974, è ministra per le Pari opportunità e la famiglia

di Ettore Maria Colombo

Elena Bonetti (mantovana, 1974, di mestiere matematica) è cresciuta a pane e fede, e non solo per il suo ruolo chiave nell’Agesci. Renziana di ferro, lo ha seguito dal Pd alla scissione di Iv. Dal 2021 (governi Conte II e poi Draghi), è ministra per le Pari opportunità e la famiglia.

Ministra, perché candidarsi in una situazione così difficile?

"Per la volontà di portare avanti l’esperienza di un governo di cui ho avuto l’onore di far parte. Un lavoro non concluso, però. Le tante riforme che abbiamo portato a casa, dal Family Act alle leggi contro la violenza sulle donne, vanno attuate nella prossima legislatura. Mi candido per dare rappresentanza politica al mondo femminile, specialmente a quello delle giovani donne".

La sfida del collegio di Roma 1 è impossibile…

"Nessuna sfida è impossibile. La politica insegna a rendere possibili cose nuove e coraggiose. Ci ho messo la faccia e non ho paura. Accanto alla leadership di Carlo (Calenda si candida a Roma 1 Senato, la Bonetti a Roma 1 Camera, ndr.) nel Terzo polo ci sono molte donne. Roma merita una risposta e Calenda alle Comunali prese il 20%".

Al momento il Terzo polo nei sondaggi sta intorno al 6%, se va bene.

"Siamo l’unica novità della campagna elettorale. Un percorso nuovo cui dare continuità dopo il voto. Vedo i tentativi di iper-polarizzare, ma sono obsoleti, superati, ideologici. I due poli hanno bloccato il nostro Paese per decenni. Il nostro “fare“ politica è determinato, concreto. Tutti noi ci candidiamo per dare continuità all’agenda Draghi e al suo metodo di governo contro chi lo ha rinnegato e contro chi lo ha fatto cadere".

Salvini ha fatto imbufalire la Cei con il “Credo“. Lei li conosce bene i cattolici. Come voteranno?

"Io ho imparato, dal mondo cattolico, che la politica è guardare ai bisogni e alla dignità delle persone, costruendo nel Paese legami di comunità. Chi, da cattolico, entra in politica, sa che la politica chiede profondità di coscienza nel decidere. Fare comunità è unire e far crescere, non dividere con ideologismi. Una politica che ideologizza perde la sua anima e la ritrova solo se guarda con concretezza alle attese delle persone".

La Meloni vuole rifinanziare l’Assegno familiare. Una buona notizia, no?

"Al governo, da ministra della Gioventù per tre anni, la Meloni non ha portato a casa una sola legge e una sola riforma per i giovani e le giovani famiglie e oggi si candida a premier usando le leggi e le riforme che io ho fatto con il governo Draghi. Che l’assegno unico e universale fosse una misura fondamentale per il nostro Paese, Meloni ce lo dice solo oggi e dice pure che la vuole aumentare del 50% con altri 6 miliardi. Se si candida a premier è bene che impari a fare i conti, almeno quelli elementari: l’assegno costa quasi 20 miliardi e aumentarlo del 50% ne costa 10, non 6. I proclami senza fondamento non servono a nessuno. Noi l’assegno unico e universale l’abbiamo fatto e ci impegniamo a rafforzarlo attuando l’intero Family Act".

Ma una donna premier non sarebbe un successo?

"Il tema non è la donna premier. Nel Terzo Polo ci sono molte donne co-leader, insieme a Calenda. La Meloni ha votato contro la parità salariale, in Ue, e non si è fatta scrupolo di ledere la dignità di una donna vittima di uno stupro e violata nella sua privacy, che, quindi, è stata due volte vittima. Una leader è tale se mette al centro delle politiche del Paese e del governo la vita delle donne. Noi abbiamo introdotto per la prima volta una Strategia per la parità di genere e grazie al lavoro di sinergia con le altre due ministre donne (Carfagna e Gelmini, ndr.) abbiamo investito in politiche per il lavoro femminile e di contrasto alla violenza contro le donne. A settembre l’Inps erogherà altri 9 milioni per il Reddito di libertà e lo abbiamo voluto noi".

Della polemica di Ferragni sull’aborto che dire?

"Le donne hanno bisogno di risposte, non di polemiche. La legge 194 va attuata integralmente e su tutto il territorio nazionale. L’aborto è una esperienza devastante e dolorosa in ogni donna. La dignità e libertà di scelta va rispettata sempre".