Giovedì 18 Aprile 2024

Maltempo Valcamonica, auto distrutte e case allagate: "Noi, con il fango alle ginocchia"

La popolazione sconvolta: "Peggio dell’alluvione di 35 anni fa, non finiva più. Abbiamo temuto il peggio". Una donna e il figlio di un anno salvati in extremis dai vigili del fuoco. Ferite tre anziane, danni ingenti

Bomba d'acqua in Val Camonica

Bomba d'acqua in Val Camonica

Brescia -  "Non ho mai provato un terrore così grande. Ho creduto che non ce l’avrei fatta, ma soprattutto ho temuto per la mia famiglia e per i miei nipoti. Il paese era completamente sottosopra, invaso dall’acqua. Io ero presente anche alla terribile alluvione di Niardo di 35 anni fa, una tra le più forti tra quelle che hanno colpito al Valcamonica. Non è stato nulla a confronto di questa notte". Miriam tiene per mano uno dei nipoti e abbraccia la figlia, a cui si aggrappa il piccolo di casa che piange e che a un certo punto chiede di scendere a terra per vomitare."Sono terrorizzati – spiega la nonna –, presumo che la nausea derivi da questo, ma credetemi siamo tutti sotto choc, anche noi grandi".

A Niardo, piccola e unitissima comunità della media Valle Camonica, gli abitanti ieri erano spaesati: chi a piedi nudi, chi con un paio di ciabatte e i calzini, chi con stivaloni e pantaloncini, chi in tuta da lavoro con la pala in mano, pronto a darsi da fare. Tutti infangati. Impossibile accedere alla parte più disastrata del paese, che nella notte tra mercoledì e giovedì, attorno alle 23.30, dopo una pioggia violenta è stato invaso dalla colata di fango, acqua, massi e detriti fuoriusciti dai torrenti Re e Corbello, che a un certo punto hanno lasciato il loro alveo, andando a invadere anche la ferrovia Brescia-Iseo-Edolo, chiusa a tempo indeterminato in attesa di rilievi e delle opere di bonifica.

"L’allerta è scattata poco prima di mezzanotte – spiega Ivan Markus, volontario della Protezione civile –, abbiamo tra i 250 e i 260 sfollati, attualmente ospitati nella palestra dell’istituto superiore di Breno. È stata una scelta precauzionale, qualcuno presto potrà tornare in casa, altri no". Alcune abitazioni, di fatti, sono state danneggiate gravemente. "La mia casa – racconta una signora dai capelli corti e dal ciuffo colorato – è distrutta. L’acqua ha spazzato via il mobilio della sala. Ora abbiamo recuperato il cagnolino, per fortuna".

Nella notte non sono mancati momenti di tensione. "Il lavoro dei vigili del fuoco, tra cui quello dei nostri ragazzi di Breno e poi di quelli di Darfo e di tanti altri distaccamenti ci ha salvato, così come l’impegno della protezione civile. Una donna e il suo bimbo di un anno se non fosse stato per loro sarebbero morti. Li hanno tolti dalla casa che era invasa dall’acqua. Da soli non ce l’avrebbero fatta. La gente era bloccata nelle auto con un metro di acqua che vorticava loro attorno. Sono stati tutti degli eroi". I feriti sono tre: delle donne anziane, che non sono gravi. Ma c’è chi ha perso tutto, come Marco, del negozio Sempreverde. "Non riesco nemmeno a parlare – sottolinea – sono distrutto". E pensare che sabato la parrocchia di Niardo aveva organizzato con Braone la preghiera per la pioggia anti-siccità. Sembra una drammatica beffa.

A contare i danni, pesantissimi, un meccanico, una concessionaria, un negozio di tende, un bar, un ristorante e vari altri artigiani e commercianti. "La priorità- specifica Ivan Markus – sono le persone. E stanno tutti bene. Per fortuna i lavori di regimentazione dei torrenti effettuati nell’87, dopo l’alluvione della Valtellina, hanno tenuto e il paese, nonostante i danni ingentissimi, si è salvato. Avrebbe potuto andare peggio. La zona bassa ha subito danni gravissimi".