Martedì 16 Aprile 2024

Bologna, avvelenata con soda caustica. Il fidanzato voleva farla abortire

Donna incinta gravissima, l'uomo avrebbe confessato

Manifestazione contro il femminicidio (Ansa)

Manifestazione contro il femminicidio (Ansa)

Bologna, 3 giugno 2016 -  ​PRIMA il sospetto che qualcuno avesse manomesso e alterato direttamente in negozio la bottiglietta di una bibita gassata, che la donna aveva bevuto, sentendosi subito male. Poi, dopo una giornata di indagini, una verità ancora più sconvolgente: a tentare di avvelenarla, al nono mese di gravidanza, è stato il suo compagno, messo in stato di fermo dai carabinieri e in custodia nella caserma di Bologna.

La drammatica vicenda riguarda una 45enne, originaria di Siena ma residente a Bazzano, provincia bolognese. Martedì sera è stata ricoverata d’urgenza all’ospedale Maggiore dopo aver bevuto la bibita avvelenata con la soda caustica.

Erano le 20,30 quando, da casa della donna, è partita una telefonata al pronto soccorso con la richiesta di aiuto. Attimi drammatici in cui lei ha rivelato di avere forti dolori allo stomaco, spasmi e conati di vomito. Tutto, dopo aver bevuto quella maledetta bibita.

LA DONNA è stata immediatamente trasportata in ospedale dove i medici, senza perdere un istante, hanno deciso di sottoporla a una lavanda gastrica, disponendone poi il ricovero nel reparto di terapia intensiva, dove si trova tuttora. Ovviamente segnalando l’accaduto alle forze dell’ordine. I carabinieri hanno avviato le indagini, sequestrando la bottiglietta. Le loro ricerche, ieri, hanno seguito una pista ben precisa.I militari dell’Arma, infatti, dopo accurati controlli nei luoghi frequentati dalla donna, con la collaborazione dei Nas, hanno immediatamente escluso che la sostanza corrosiva che aveva provocato il malore, fosse stato iniettata nella bottiglia all’interno del market dove era stata acquistata. Cancellando quindi l’allarme di rischi alla salute per altri acquirenti. Nessun foro nelle bottiglie controllate e nessun segno di alterazione; svanito l’incubo di un avvelenatore seriale.

Così le indagini si sono dirette sull’ambiente che frequentava la 45enne. Sono stati ascoltati vicini, amici, il padre della giovane e, soprattutto, il suo compagno. Un 35enne dipendente pubblico, residente in una frazione a pochi chilometri dalla casa del dramma.

L’uomo, tra l’altro, sarebbe stato presente al momento del malore e ciò ha spinto i carabinieri a metterlo fin da subito sotto controllo.

La svolta ieri sera, quando, su disposizione del sostituto procuratore Giuseppe Di Giorgio, il fidanzato 35enne – che non conviveva con la donna – è stato messo in stato di fermo per il reato di lesioni gravissime.

​SAREBBE stato lui, dopo alcune ore di interrogatori stringenti, a confessare di aver avvelenato la bibita con la soda caustica, per ragioni che appaiono legate alla gravidanza della compagna.

Gli inquirenti, infatti, con l’ausilio del personale medico, stanno verificando se il feto sia affetto da qualche malformazione. Per la nascita sarebbe solo questione di ore.

SI TRATTA ovviamente ancora di un’ipotesi, come quella che il gesto dell’uomo fosse legato proprio all’intenzione di far abortire la sua compagna. Nella confessione avrebbe messo l’accento sui timori dello stato di salute della donna e del bambino.

Le condizioni della ricoverata, intanto, secondo i sanitari, appaiono in miglioramento. Anche il feto, nonostante il tentativo di avvelenamento, non avrebbe subito danni. I medici del Maggiore, però, stanno valutando l’opportunità di sottoporre la 45enne a un intervento chirurgico a causa dei danni che la sostanza acida avrebbe provocato al suo tubo digerente. Si tratterebbe di lesioni all’esofago e allo stomaco, tali da richiedere un’operazione urgente.

Le indagini proseguono con l’obiettivo di fare chiarezza sul rapporto tra i due e sulle cause reali del tentativo di avvelenamento. Anche se la confessione avrebbe fatto luce su molti dettagli del caso.