Bollettino Covid: 13.439 casi e 93 morti in Italia. Tutti i dati del 17 ottobre

In calo la curva epidemica, tasso di positività scende al 16%. Salgono i ricoveri (+213) e le rianimazioni (+2). Regioni: Emilia-Romagna (+2.024), Lombardia (+1.864), Lazio (+1.637)

Il bollettino del 17 ottobre

Il bollettino del 17 ottobre

Roma, 17 ottobre 2022 - Sono 13.439 i casi di Covid-19 emersi nelle ultime 24 ore in Italia, in calo rispetto a ieri quando erano poco più di 30mila, e soprattutto rispetto a lunedì scorso, quando erano 15mila. Il tasso di positività scende ancora, dal 17,2% al 16%. Il numero ridotto dei tamponi effettuati durante il weekend (sono 84.220) influenza il dato dei casi, ma non quello dei morti: oggi sono 93, un dato particolarmente alto rispetto alla media delle settimane scorse. Salgono ancora i ricoveri (+213) e sfiorano quota 7mila (6.928 per l'esattezza), mentre le terapie intensive, nel saldo tra entrate e uscite, salgono di due unità, con 23 ingressi giornalieri. 

Il bollettino del 18 ottobre

Il bollettino del 17 ottobre

La regione con il maggior numero di casi giornalieri è l'Emilia-Romagna con 2.024 contagi, seguita da Lombardia (+1.864), Lazio (+1.637), Piemonte (+1.480) e Veneto (+1.209). Tutte le altre regioni riportano dati sotto quota 1.000. 

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Vaccini bivalenti anche contro varianti future

Vaccinarsi è essenziale per proteggerci durante l'inverno e per evitare il mix tra Covid e influenza, ma non solo: i richiami vaccinali contro Omicron possono aiutare il sistema immunitario a combattere anche varianti che non esistono ancora. A evidenziarlo sono due studi pubblicati sul server di pre-print bioRxiv e illustrati su Nature online, che mostrano come il sistema immunitario possa essere 'creativo' quanto il virus nel trovare modi per rispondere agli attacchi esterni. A preoccupare gli esperti era l'imprinting immunologico, ovvero la tendenza del sistema immunitario a fissarsi sulla prima versione di un patogeno che incontra, modellando in base a questa la successiva risposta ad altre varianti che incontrerà. A causa del potenziale impatto di questo 'peccato originale antigenico', la reazione ai booster bivalenti per il Covid, introdotti a settembre anche in Italia, non era chiara. Per questo, il team di Ali Ellebedy della Washington University di St. Louis, ha raccolto campioni di linfonodi da 26 persone e campioni di midollo osseo da 15 persone che avevano ricevuto il vaccino originale e il richiamo di Moderna contro Omicron 1. L'analisi ha mostrato che la maggior parte dei linfociti B riconosceva sia i ceppi originali che quelli di Omicron e alcuni avevano anche nuovi tipi di cellule B specifiche per Omicron, mostrando che avevano superato l'imprinting e si erano adattate al 'nuovo nemico'. Nel secondo studio, gli scienziati guidati da Chengzi I. Kaku dello Scripps Research Institute, La Jolla (California), hanno raccolto campioni da 6 persone infettate da Omicron 1 e che avevano ricevuto il vaccino originale. Il team ha scoperto che, un mese dopo l'infezione da Omicron, quasi il 97% degli anticorpi dei partecipanti legavano ancora il ceppo originale di Sars-Cov-2 meglio di Omicron 1. Ma sei mesi dopo, la metà dei linfociti B dei partecipanti ha prodotto anticorpi che legavano Omicron 1 meglio del ceppo originale, dimostrando che il sistema immunitario ha continuato ad adattarsi nel tempo. Questo indica, secondo i ricercatori, che vale la pena progettare booster che colpiscano i ceppi circolanti, anche se il virus si evolve. Perché qualsiasi ceppo che si presenta sarà più simile a quello appena precedente che all'originale