«I bollettini per la mensa non sono ancora arrivati»

I genitori temono di dover pagare tutto insieme

Mensa scolastica (Foto studio Sally)

Mensa scolastica (Foto studio Sally)

Siena, 22 gennaio 2015 - «I BOLLETTINI per pagare la mensa scolastica non sono ancora arrivati. I genitori si chiedono se li troveranno in cassetta tutti insieme». Tam tam di messaggi su Facebook che si ‘gonfiano’ su whatsapp. A gennaio, con bollo auto da pagare, canone Rai che scade a fine mese, mamme e papà temono di doversi sottoporre anche al salasso-mensa. «Hanno detto che c’è stato un po’ di ritardo ma non so perché», conferma Catia Marri, rappresentante di classe alle elementari «Savina Petrilli». «Abbiamo dovuto rifare la gara e l’intera procedura in quanto era scaduta la convenzione con le Poste – chiarisce l’assessore all’istruzione Tiziana Tarquini –. Comunque i bollettini a breve dovrebbero essere messi a punto. I genitori possono stare tranquilli: non credo che gli uffici riusciranno a farcela ad emettere in un solo colpo gli arretrati. Verranno scaglionati».

PRIMO (parziale) sospiro di sollievo. Sborsare qualche centinaio di euro in un’unica soluzione mette in crisi i delicati budget familiari di questi tempi. Basta fare due calcoli per capire il pensiero dei genitori. Come si evince dal grafico a fianco, se l’Isee supera i 37.500 euro il servizio mensa per la scuola primaria costa ad esempio 102 euro al mese qualora il bambino ne fruisca per cinque giorni. Se solo per 4 si scende a 82, per tre giorni bastano 61 euro, per 2 ne servono 41 e per un giorno 20. Non sono noccioline, insomma. L’esonero è previsto unicamente per chi ha un Isee che non va oltre i 7.500 euro. «Se dovessi chiedere una cosa al Comune – spiega mamma Catia Marri –, anche raccogliendo le istanze delle famiglie, sarebbe di graduare maggiormente le quote di compartecipazione per coloro che magari hanno più figli. Faccio il rappresentante di classe ormai da quattro anni, ricordo persone costrette a ritirare i bambini poiché avevano perso il lavoro. E poi occorre ritoccare il menù».

I genitori sollevano dubbi sulla pizza a pranzo (è prevista il venerdì per le primarie secondo le tabelle pubblicate nel sito dell’Asp) e sulle schiacciatine al rosmarino per merenda nelle scuole dell’infanzia. «Meglio cose semplici – prosegue Marri che ancora ricorda i cibi gustosi preparati direttamente dalla cuoca quando andava all’asilo Monumento –, meglio una fetta biscottata. Preferibile il ciaccino. Soprattutto meno dolciumi e budini: ci pensiamo già noi mamme a darli ai figli».

«Sono già stata a controllare la qualità presentandomi alla Duprè per assaggiare la ‘famosa’ pizza. Ebbene, i piccoli la mangiano volentieri però dovremo cercare di farla arrivare più calda. A breve tornerò ad assaggiare le pietanze per i bambini. Della commissione mensa fanno parte, in base al nuovo regolamento, anche un gruppo di mamme. Una per ogni plesso cui si aggiungono membri dell’Asp e della cooperativa che si occupa dello sporzionamento. Siamo tutti d’accordo nel tornare a cibi tradizionali, tipo pane e marmellata, pane e olio, schiacciatine. Alimenti semplici e quindi anche più genuini».

Bollettini mensa a parte, il nodo da sciogliere è quello delle future tariffe del servizio. Quest’anno assessore restano invariate ma cosa succederà con il nuovo Isee?

«Difficile fare previsioni. Abbiamo intenzione di compiere una simulazione a febbraio per capire che tipo di impatto potrà avere la novità sulle quote di compartecipazione. Finora le cifre sono rimaste invariate e non credo che le cambieremo, soprattutto se l’Isee fotograferà la situazione restituendo una maggiore equità».

L’intento sarebbe quello di evitare che genitori con il macchinone scavalchino in graduatoria chi invece fatica ad arrivare in fondo al mese.

«Le contestazioni degli anni scorsi, in teoria, andranno a scomparire poiché il nuovo Isee punta ad eliminare le iniquità inquadrando la situazione del nucleo familiare nel modo più fedele possibile».

Resteranno tanti scaglioni per modulare meglio le tariffe?

«Non ho voluto eliminarli perché i redditi di fascia bassa aumentano e chi si trova a cavallo fra l’uno e l’altro rischia sennò di pagare molto, seppure rientri nel range per un soffio».

Qualora la simulazione vi dicesse che l’impatto sarà negativo e ci sarà una minore contribuzione come pensate di muovervi?

«Andrà fatta una valutazione corale. Certo è che, qualora dovesse incidere molto sul bilancio, dovremo pensare se è il caso di bussare alla porta dei redditi più elevati».

Questo, semmai, a partire dall’anno scolastico 2015-2016?

«Esatto. L’indicazione per la fase corrente è di non aumentare le tasse».

Mamme e papà guardano favorevolmente ad ulteriori agevolazioni per chi ha più figli.

«Già adesso la mensa costa il 20% in meno per il secondo bambino, il 40% se sono tre i piccoli e il 60% da quattro in su. Sto comunque lavorando per vedere se la graduazione si può applicare anche per i più grandi che usufruiscono del trasporto scolastico effettuando l’abbonamento con Tiemme».