Giovedì 25 Aprile 2024

Bolle sulle punte verso il meritato riposo "A 47 anni avrò maturato la pensione"

Il ballerino scoperto giovanissimo da Nureyev pensa di ritirarsi nel 2022: "Un buon compromesso tra età e tenuta fisica". Anche Alessandra Ferri uscì di scena presto. Il leggendario Rudolf, invece, firmò l’ultima coreografia a pochi mesi dalla morte

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di Veronica Passeri

Un anno e mezzo per dire addio, a modo suo, ai palcoscenici dei più importanti teatri del mondo. Roberto Bolle lascia, si ritira, dopo oltre venti anni di carriera nei templi della danza, dalla Royal Hall di Londra alla Scala di Milano, dal Met a Covent Garden, toccando però, sempre sulle punte, anche il sagrato del Duomo meneghino, il piazzale di Piazza San Pietro e Buckingham Palace, davanti alla Regina Elisabetta.

A 47 anni, nel 2022, Bolle saluta le scene. Gli spetta di diritto, come a tutti i ballerini. Un mestiere, il suo, fisicamente usurante, un mestiere per giovani. Troppo presto per abbandonare la ribalta? In un’intervista su Sky Tg24, che andrà in onda stasera alle 21, il ballerino, oggi 45enne, ha sottolineato come nel mondo della danza non siano ‘inusuali’ i ritiri a 47 anni. E lui intende rispettare questa regola non scritta. "Secondo me è un buon compromesso – dichiara –. Come età umana si è giovani, ma come età tersicorea in realtà non si è più così giovani. Iniziamo la scuola quando abbiamo 11 anni, adesso sono trent’anni che faccio questo lavoro e che spingo il mio fisico al massimo, ad altissimi livelli, chiedendo ogni giorno di più".

Di certo il quesito ha toccato tanti artisti trovando risposte diverse. La regola di fermarsi, ad esempio, è valsa per Alessandra Ferri che, nel 2007, si è ritirata, a 44 anni, esibendosi per l’ultima volta a Taormina. Ma con una eccezione: è tornata su un palcoscenico, alla Royal Opera House di Londra, a gennaio 2019, all’età di 55 anni. E pensare che proprio quando Bolle debuttò al Metropolitan nel ruolo di Romeo, con l’American Ballet Theatre, c’era anche quella sera un addio: ed era proprio quello della Ferri, che per l’ultima volta ballava al Met. Poi per lei c’è stato l’impegno nel Festival di Spoleto e chissà che dopo il 2022 anche per Bolle non possa esserci una nuova ’missione’, magari da direttore e non più da primo ballerino. Del resto la fantasia e le risorse non gli mancano, basti pensare a quando ha portato la danza nelle strade e nelle piazze di Milano.

Chi ha continuato a ballare sempre è Carla Fracci che è giunta oltre gli ottanta anni sulle punte perché la danza, ha ripetuto molte volte, è la sua vita. Un modo per annullare l’idea del ritiro, un nuovo approccio alla carriera di étoile. E del resto la Fracci è stata pioniera in tutto: dalla carriera americana alla gravidanza in scena fino al quinto mese, senza dimenticare le presenze nella tv nazionalpopolare. E anche Rudolf Nureyev, il primo che notò il talento di un Roberto Bolle appena 15enne, salutò le scene pochi mesi prima di andarsene per sempre, firmando un’ultima coreografia all’Opera di Parigi e ricevendo sul palco l’ultimo, dolente, applauso.