Martedì 23 Aprile 2024

Bocciata la coppia arcobaleno Il ricorso: tutte e due siamo mamme Ma i giudici ne riconoscono solo una

Due gemellini concepiti in Spagna con l’eterologa, il tribunale: pratica vietata in Italia, manca la legge

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di Lucia Bigozzi

"Noi per i nostri figli si va anche in galera". Il tempo di sedersi davanti all’avvocato e dire con una frase all’aretina che no, non finisce qui. "Andiamo avanti, non ci fermiamo". Giusto qualche giorno per metabolizzare la decisione del tribunale di Arezzo che ha respinto il ricorso di A.R ed E.H (quest’ultima originaria di Livorno), la coppia arcobaleno di Anghiari (Arezzo) legata in unione civile dal 2015, che chiedeva allo Stato il riconoscimento della genitorialità di madre per entrambe nei confronti di due gemellini nati il 14 giugno. Il ricorso era scattato per estendere il riconoscimento anche alla madre che si è sottoposta alla fecondazione eterologa in Spagna per poi trasferire gli ovociti nell’utero dell’altra mamma che, a sua volta, ha portato a termine la gestazione e partorito i due bimbi. Di fatto, il pronunciamento dei giudici (basato sull’articolo 4 comma 3 della legge 40 2004) chiude alla possibilità di riconoscere anche alla mamma intenzionale lo status che invece la norma assegna alla donna che ha dato alla luce i figli. A meno che la sentenza non venga impugnata in Appello.

Tutto nasce dalla richiesta avanzata all’anagrafe del Comune dalla coppia che vive nel paese della Valtiberina di modificare l’atto di nascita dei gemellini inserendo accanto al cognome della madre che li ha partoriti anche quello della madre che ha accolto la fecondazione e donato gli ovociti per una maggiore adattabilità all’utero della donna che ha sostenuto la gestazione. Di fronte all’opposizione dell’ufficiale di Stato civile del Comune, le mamme avevano deciso di rivolgersi al tribunale civile. Due le opzioni che adesso stanno valutando con l’avvocato, Ramona Borri. La prima: entro dieci giorni presentare l’appello impugnando la sentenza, oppure avviare la procedura per l’adozione dei due gemellini da parte della donna non riconosciuta all’anagrafe. "È un’ipotesi sulla quale stiamo ragionando. Per la mamma ci sarà il tristissimo compito di sottoporsi ai passaggi previsti dal tribunale dei minori di Firenze per tentare l’adozione. Credo sia la via più percorribile", spiega il legale delle donne.

Il collegio giudicante, tutto al femminile, ha specificato nella decisione che, "pur nella comprensione umana del caso e del concreto rapporto genitoriale non solo intenzionale ed affettivo, ma anche biologico, tra i minori ed entrambe le ricorrenti donne, l’esigenza di tutela dell’interesse dei minori, allo stato della legislazione vigente, non può legittimare il tribunale a sostituire le proprie valutazioni con quelle spettanti esclusivamente al legislatore".