Giovedì 18 Aprile 2024

Il blue monday è una bufala

Ovviamente non si può stabilire a priori un giorno triste (o felice) buono per tutti. Ma l'equazione matematica del dottor Cliff Arnall continua ad avere estimatori

Tristezza, depressione: foto generica (Olycom)

Tristezza, depressione: foto generica (Olycom)

Roma, 18 gennaio 2016 - Da oltre 15 anni 'festeggiamo' - si fa per dire - il 'blue monday', ovvero il giorno più triste dell'anno, che cade giusto oggi essendo il terzo lunedì di gennaio. L'idea piace a molti, forse perché possono lamentarsi delle loro giornate nere su basi in qualche modo 'scientifiche': in gran Bretagna addirittura c'è chi giustifica con la data nefasta l'idea di non presentarsi al lavoro. Peccato però che - ovviamente - questa sia una bufala.

A battezzare oggi come il giorno più deprimente dell'anno è stato, nel 2000, lo psicologo dell'Università di Cardiff Cliff Arnall sulla base di un'equazione matematica che comprende clima, mancanza di soldi dopo le ferie natalizie, propositi falliti, sensi di colpa vari... e naturalmente il fatto che sia lunedì. Cogliendo l'onda del suo successo, Arnall ha battezzato - sempre in base e complicate equazioni - anche i giorni più felici dell'anno: il 24 giugno nel 2005, il 23 nel 2006, il 20 nel 2008, il 19 nel 2009 e il 18 nel 2010. Scommettiamo che sono tutti dei venerdì?

Comunque sia l’università di Cardiff da tempo ha ovviamente preso le distanze dallo 'studio' del dottor Arnall. Ma tant'è: ai media il giorno più triste sembra piacere tanto, e ogni anno molte testate lo ripropongono, complice il fatto che faccia 'tendenza' su twitter. Ovviamente non si può stabilire a priori un giorno triste (o felice) buono per tutti: in giorni come questi c'è chi si sposa, si laurea, incontra l'amore, trova la casa dei sogni, imbrocca il gratta e vinci fortunato o inciampa in una banconota da 50 euro...

Claudio Mencacci, presidente degli psichiatri italiani (Sip), invita a vivere controcorrente quella che molti considerano la giornata più triste dell'anno, ammesso che possa esistere: "Anche la tristezza è un'emozione, dunque viviamola come tale e questa giornata, in un certo senso, la 'rivaluta'". Cosa ben differente, precisa però il presidente Sip, "è parlare di depressione, che è una vera patologia per la cui cura si fa ancora troppo poco. Di depressione bisogna parlare di più, mettendo in campo misure mirate".