Il writer Blu distrugge i suoi murales. "Non li staccherete per la mostra"

Bologna, la protesta: mai più qui finché i magnati ‘magneranno’

Blu cancella i murales a Bologna (LaPresse)

Blu cancella i murales a Bologna (LaPresse)

Bologna, 13 marzo 2016 - TUTTI cancellati. Sepolti sotto le sciabolate dei rulli impregnati di vernice grigia: i murales di Blu, uno fra i primi dieci street artist al mondo, sono stati uccisi dal loro stesso papà. Era già accaduto a Berlino, nel 2014; ora accade a Bologna. E il motivo è semplice semplice: nei mesi scorsi alcuni dei graffiti dell’artista erano stati staccati, senza il suo consenso, per venire esposti, a partire da venerdì, in una mostra. Si chiama «Street Art – Banksy & Co. L’arte allo stato urbano» e, con duecentocinquanta opere, vuole raccontare e salvare l’arte delle strade. Ma i protagonisti di questo mondo ora si ribellano.

NELLA NOTTE, Blu e i ragazzi di due centri sociali hanno iniziato il lavoro di copertura dei murales. Scherzi del destino: per salvare il più imponente – una rilettura delle battaglie da «Il signore degli anelli» con le due torri petroniane al posto di quelle di Tolkien – è stata addirittura spostata e ridotta una rotonda stradale. Ma da ieri a mezzogiorno la «Battaglia delle periferie esistenziali» è solo un ricordo. E come quello, via il murales con l’Elefante della periferica via Zanardi, via il topo di via Capo di Lucca, via l’uomo con la mascherina antismog di via Stalingrado, via il lavoro di vent’anni.

 

IL COMMENTO Esempio di coerenza - di Vittorio Sgarbi

BLU, L’INAFFERRABILE e misterioso artista originario di Senigallia (Ancona), è da tempo al centro della scena di street art internazionale e la sua scelta-choc sta facendo il giro del web e dei social network, con migliaia di post e condivisioni. Anche ieri, a Bologna, ha scelto il silenzio, affidando alla rete il suo pensiero: «A Bologna non c’è più blu e non ci sarà più finché i magnati magneranno. Per ringraziamenti o lamentele sapete a chi rivolgervi» e il riferimento è alla importante istituzione Genus Bononiae guidata da Fabio Roversi-Monaco, ex rettore dell’università di Bologna.

Non è solo una questione di arte: ieri la giunta di centrosinistra si è spaccata, con molti assessori schierati dalla parte di Blu. Peccato però che il Comune fosse ampiamente a conoscenza della mostra e del progetto e, mentre al segretario pd Francesco Critelli non è rimasto che richiamare all’ordine i propri consiglieri chiedendo di non prendere posizione, il sindaco Virginio Merola ha cercato di buttare acqua sul fuoco: «Le scelte che riguardano l’arte non possono essere divise a priori tra giuste e sbagliate».

RESTA il fatto che la Bolognina, storico quartiere alla prima periferia da anni alle prese con criminalità e degrado, ha perso alcuni dei suoi tratti identitari. Ma Merola non molla: «Spero che Blu, in futuro, possa di nuovo dipingere per Bologna avendo la garanzia che le sue opere non saranno mai usate con fini commerciali».

Bologna com Berlino: anche lì i murales furono cancellati, i palazzi su cui erano stati impressi stavano per diventare oggetto di una imponente operazione immobiliare.

Bologna come Berlino: a un certo punto, durante l’operazione di cancellazione dei graffiti, viene sparata a tutto volume «Another brick in the wall» dei Pink Floyd. A terra, centinaia di schegge di murales scrostato. I bolognesi raccolgono quei frammenti d’arte e di storia. Proprio come accadde, con le dovute differenze, con un Muro decisamente più famoso.