Blitz nei supermercati: tracce di virus. Ma ci si infetta? No, un caso su 10mila

In 18 negozi su 981 il Nas ha trovato contaminate anche le tastiere del Pos. Ma uno studio frena: rischi minimi

Un supermercato (foto d'archivio)

Un supermercato (foto d'archivio)

"Il Coronavirus è nell’aria: c’è troppa attenzione alle superfici". È il titolo di un editoriale pubblicato, di recente, dalla rivista scientifica Nature, una delle più autorevoli e antiche al mondo (prima uscita 4 novembre 1869). Come dire: pensiamo piuttosto a coprirci bene naso e bocca, e a mantenere il distanziamento. Basterebbe questa sintesi per tranquillizzare i milioni di italiani che affollano i supermercati, che sono soliti servirsi dei dispositivi salvatempo per una spesa più rapida, utilizzare carrelli e cestini, e pagare preferendo il Pos ai contanti. Non solo loro, comunque: un sospiro di sollievo lo tirerebbero anche commessi e cassieri.

Cosa è accaduto? I carabinieri del Nas hanno battuto in lungo e in largo il territorio nazionale ispezionando 981 esercizi commerciali tra quelli di maggiore afflusso. In 18 casi sono state trovate tracce del virus Sars–Cov 2 presenti su carrelli e cestini per la spesa, tastiere per il pagamento bancomat e Pos, tasti delle bilance e dispositivi salvatempo per la lettura automatica dei prodotti. Il riscontro dei militari riporta la mente a un anno fa, inizio pandemia, quando l’Organizzazione mondiale della sanità, impegnata da subito a dettare le linee guida per proteggerci dal virus (salvo poi compiere dei dietrofront clamorosi), fece capire che il Sars-Cov2 si potesse trasmettere attraverso le superfici.

A maggio si raccomandò con gli Stati membri di disinfettare e sanificare regolarmente quelle dei luoghi con maggior afflusso di persone, come negozi, scuole, mezzi di trasporto e chiese. La conclusione è stata che il business dei disinfettanti, in tutto il mondo, ha raggiunto un valore complessivo di 4,5 miliardi di dollari in vendite, mentre (pur non potendo escludere completamente che ci si possa contagiare toccando le superfici) l’ultimo report dei Centers for Disease and Control Prevention degli Usa spiega che la trasmissione del virus attraverso il contatto con una superficie è molto rara: un caso ogni diecimila.

Insomma, non bisogna avere paura di andare a fare la spesa, né di lavorare in un supermercato. "È irrisorio il rischio di contagiarsi toccando le superfici – spiega Alessandro Miani, professore di prevenzione ambientale all’Università di Milano e presidente della Società italiana di Medicina ambientale –, lo dicono le numerose pubblicazioni scientifiche, i dati raccolti e le analisi epidemiologiche. E comunque, vale sempre la regola di lavare o disinfettare bene le mani e di indossare correttamente la mascherina. Tra l’altro bisogna vedere se nelle particelle trovate sulle superfici, il virus sia ancora attivo con capacità di infettare". Studi di laboratorio hanno accertato che il Sars-Cov 2 resta vitale per sette giorni sulle mascherine chirurgiche, per tre sulle banconote, per sei giorni su acciaio o plastica e per quattro sulla pelle. E in altri casi, come sui vestiti, la vitalità del virus si riduce a otto ore.

"Il rischio di incontrare il virus sulla carta come quella di giornale, invece – aggiunge Miani – è insignificante. Le tracce trovate dai carabinieri andrebbero quindi analizzate. Il virus vitale si può trovare su una tastiera se abbiamo appena starnutito e senza mascherina. Considerando, però, il condizionamento dell’aria nei locali, la temperatura e l’umidità, è facile che la parte liquida della sostanza evapori in tempi brevi. Anche sulle barriere di plexiglas possiamo trovare tracce di virus e se l’ambiente è ventilato, è possibile che si stacchino e vadano in aria. Ma bisogna sempre stabilire se sono vitali". La prudenza non è mai troppa. "Un consiglio – chiude Miani – è di disinfettare sempre, con una salviettina ad alta percentuale alcolica, i prodotti acquistati al supermercato prima di riporli in frigo o negli armadi. Forse può sembrare eccessivo, ma tracce potrebbero trovarsi anche sulle confezioni, soprattutto di plastica".