Venerdì 19 Aprile 2024

Biotestamento, campane a morto in Molise

Singolare iniziativa di alcuni parroci contro la proposta di legge approvata dalla Camera. Lorenzin: "Parti da riprendere in Senato"

Il necrologio contro il biotestamento affisso in Molise (Ansa)

Il necrologio contro il biotestamento affisso in Molise (Ansa)

Campobasso, 21 aprile 2017 - In Molise campane suonate a morto contro il via libera della Camera al biotestamento. E' la singolare iniziativa dei alcuni parroci per "evidenziare la dimensione delittuosa di questa normativa che invece di servire la vita ne accelera la morte", come spiega il promotore don Mario Fangio della chiesa di Santa Maria Assunta di Carovilli. A lui si sono uniti altri quattro parroci di Castropignano, Duronia e Salcito, sempre in provincia di Campobasso, e di Pietrabbondante, in provincia Isernia.

I parroci hanno anche fatto affiggere nei rispettivi paesi un necrologio contro le Disposizioni anticipate di trattamento (Dat). "La vita è vittima della morte dall'aborto all'eutanasia delle DAT - recita il testo -. Con queste l'Italia ha scelto di 'far morire', non di far vivere. Prosit".

Anche la Cei si è espressa negativamente in merito al testo. "Rimane un testo nel quale non possiamo riconoscerci, pur rilevando l'impegno con cui alcuni hanno cercato di migliorarne singoli aspetti, ha infatti dichiarato il suo presidente, il cardinale Angelo Bagnasco, in un'intervista a Repubblica. Per il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il testo è "sicuramente una norma importante e molto complessa perché riguarda aspetti delicati della vita delle persone", tuttavia "sono però rimasti in sospeso alcuni elementi che spero possano essere ripresi al Senato".

La proposta di legge passata giovedì all'esame della Camera prevede che il paziente possa rifiutare anche l'idratazione e la nutrizione artificiali. Esonera, inoltre, il medico da ogni responsabilità derivante dalla scelta del paziente di non sottoporsi a terapie, ma gli riconosce la possibilità di essere obiettore di coscienza e, quindi, di rifiutarsi ad esempio di staccare la spina. Non è la prima volta che don Mario protesta a suon di rintocchi: nel maggio del 2016, il sacerdote aveva fatto suonare le campane a lutto per dire no alle unioni civili.