di Beatrice Raspa
Piomba addosso a una famigliola di sei persone, quattro bambini, mamma e papà che attraversavano la strada in centro al paese sulle strisce; uccide una bimba di 9 anni, ferisce la madre, e prosegue la sua corsa in auto come se nulla fosse. Dopo 12 ore si costituisce in Procura e ora è in stato di arresto – ai domiciliari – per omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. Il pirata è un 43enne incensurato di Brescia, che ha ammesso le proprie responsabilità.
Domenica sera alle 23, a Bagnolo Mella, nella Bassa bresciana, con la sua Chevrolet Orlando ha falciato la piccola Manar Ahmed Sayed, di origine egiziana, ha urtato la mamma, quindi si è dileguato. "Quell’auto volava – dice disperato il padre, che attraversava subito dietro la figlia e la consorte – quando ho realizzato che cosa era successo era già andata via". Lui, la moglie e gli altri tre figli sono vivi per miracolo. Per una coincidenza fortunata. La vittima, che frequentava la terza elementare nella scuola del paese, i fratellini e i genitori a quell’ora rincasavano dal vicino parco pubblico. Da anni in Italia e ben integrati, avevano festeggiato un compleanno e tornavano tutti insieme nella propria abitazione.
Per raggiungere casa il gruppo doveva attraversare una via a scorrimento veloce, in quel tratto bene illuminata e con buona visibilità, e percorrere non più di duecento metri. Il primo ad attraversare e a raggiungere l’altro lato della strada è stato il primogenito, 12 anni, seguito a ruota da Manar, che portava a mano la sua biciclettina, e dalla madre, la quale invece spingeva il passeggino vuoto. Dietro c’erano il padre con in braccio l’ultima nata di pochi mesi, fuori dal passeggino solo perché non ci voleva stare, e per mano un’altra sorellina di sei anni. All’improvviso un Suv grigio scuro che proveniva dalla Bassa e viaggiava in direzione di Brescia, sembra a velocità sostenuta, ha centrato in pieno Manar, sbalzandola a metri di distanza sotto gli occhi del genitore e dei fratellini. La Chevrolet ha investito di striscio la mamma – è stata dimessa ieri dall’ospedale con una prognosi di 7 giorni – tutto senza accennare una frenata, infine è sparita nell’oscurità.
Un medico che vive proprio di fronte al luogo dell’incidente, sentiti urla e trambusto, si è precipitato in strada per prestare soccorso. Il professionista si è trovato di fronte una scena straziante: la piccola gravemente ferita scaraventata come un pupazzo esanime. Gli altri familiari impietriti. A lungo ha provato a rianimare la bambina, ancor prima dell’arrivo delle ambulanze. "Nessuno mi ridarà mia figlia, ma trovate chi l’ha investita", l’appello diramato dal papà di Manar ieri mattina. Quasi in contemporanea il conducente del Suv ha deciso di presentarsi in Procura. Il pm Maria Cristina Bonomo l’ha interrogato per due ore e mezzo. "Ha ammesso le proprie responsabilità, ha risposto a ogni domanda, è stato collaborativo", spiega l’avvocato Camilla Noris che assiste il 43enne. Sottoposto ad accertamenti per verificare se fosse alla guida sotto effetto di alcol e droga – che lui nega di aver assunto, ma l’esito dei test ancora non c’è – ora attende la convalida dell’arresto. La Polstrada nel frattempo ha posto sotto sequestro il suo cellulare e ha acquisito i filmati delle telecamere.