Martedì 23 Aprile 2024

Bimba dimenticata in auto, il paese difende la mamma

Il paese sotto choc per la morte della piccola difende i genitori: "Lei sempre attenta e affettuosa"

La piccola Gaia gioca con la madre

La piccola Gaia gioca con la madre

Vada (Livorno), 28 luglio 2016 - «Una mamma bravissima, una super mamma. È successo e basta». Vada è una piccola località turistica della Toscana, tutto ruota intorno alla piazza centrale, la stessa su cui si affaccia il negozio dei genitori della piccola Gaia. Chiunque qui ricorda gli occhioni spalancati sul mondo della piccola. Erano soliti strapparle un sorriso quando la incrociavano a passeggio con i nonni o con la mamma e la sorellina Greta.

Tutto il paese si è stretto attorno alla famiglia in un silenzio rotto solo dalle lacrime e dall’annuncio di una veglia, quando ancora sembrava ci fossero speranze. La Pro Loco locale appena si sparge la voce che la piccola non ce l’ha fatta annulla le serate di intrattenimento. Ieri la pescheria era aperta: in un clima surreale il nonno materno al bancone cercava rifugio dall’angoscia nel lavoro, l’orecchio sempre teso verso il telefono, è da qui che arrivano gli aggiornamenti della figlia, dal Meyer. «Non capisco, ieri sembrava che avessero escluso danni, ora mi dice che bisogna prepararsi al peggio». Un omone grande e grosso che prova a caricarsi sulle spalle questo dolore immenso. Qualcuno tra i clienti lo consola, abbozza una spiegazione. «Tutti sanno che mamma è Michela, attenta, affettuosa, una famiglia per bene. Nessuno può avere dubbi su questo, scrivetelo» aggiunge la titolare di un negozio a fianco. Ci sono altre mamme, i figli frequentano lo stesso nido di Gaia, sono fuori dal cancello che si asciugano il trucco colato prima di nascondere lo choc dietro un finto sorriso di fronte ai bambini.

«Non ci credo, non ci sono parole» sono gli unici mormorii. Eppure sono in tanti, ovunque, che si pongono quella semplice, banale domanda: come è potuto succedere? «Può succedere. Anche a tutti quelli che dicono ‘a me sarebbe impossibile’. Invece capita». Riccardo Ristori è un medico del pronto soccorso di Cecina, era di passaggio in ospedale martedì. È anche un responsabile dell’associazione scientifica internazionale Iaar, si occupa di morti evitabili e di prevenzione. «Faccio tra le 30mila e le 40mila interviste l’anno a genitori. Capita a moltissimi, la maggior parte delle volte non ci sono conseguenze e in pochi lo ammettono, per la vergogna».

Succede, spiega, che il cervello crei un’immagine, la mamma ricorda come in questo caso di aver lasciato la bambina all’asilo, «per me era lì, felice» ripeteva ieri, ma è un’immagine che appartiene ai giorni precedenti. «Non si tratta di genitori insensibili e che non hanno capacità adeguate. Può essere frutto della stanchezza, dello stress, di poco sonno. Ed è per questo che è importante cambiare mentalità, prevenire con i sistemi di allerta che esistono».