Biden sfida Putin: non comprate i titoli russi

L’America vieta gli investimenti sul debito sovrano di Mosca ed espelle dieci diplomatici. Il Cremlino: "Ora rappresaglia feroce"

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di Giampaolo Pioli

Quasi romanticamente Michail Gorbaciov paragona il prossimo vertice tra Biden e Putin, che dovrebbe tenersi tra qualche mese, a quelli storici che lui ebbe con Ronald Reagan in territori neutri come Ginevra e Reykyavik negli anni Ottanta. Non sarà la stessa cosa. Siamo di fronte a due personaggi diversi e in epoche politicamente molto diverse. Biden non alza la voce, ma non arretra e dopo aver lanciato per primo l’idea del summit del disgelo e del reset col presidente russo mantiene l’impegno di punire il Cremlino con sanzioni economiche che toccano addirittura i fondi sovrani russi (vietando l’acquisto di bond russi) e le pratiche commerciali tra i due Paesi includendo anche l’espulsione di almeno 10 diplomatici legati ai cyberattacchi contro gli Usa nel tentativo di manipolare il corso delle elezioni.

Biden è spalleggiato in questa sua scelta non solo dalla Nato, dalla Ue ma anche da Inghilterra, Canada e Australia e conferma che ci saranno anche ulteriori misure punitive per altri 8 personaggi legati al ’Russian Foreing Intelligence Service’ che include anche i servizi segreti militari considerati gli architetti degli attacchi. A Mosca il ministro degli esteri russo ha convocato l’ambasciatore americano per informalo che ci sarà simmetria" nelle rappresaglie russe. Quello che è certo è che il summit, se si farà prima dell’estate, non avrà più sul tavolo il problema del gasdotto conteso dagli Usa che dalla Russia raggiungerà la Germania procurando un vero flusso di denaro per i contratti energetici del Cremlino. Ma le espulsioni ordinate da Biden suonano come una deterrenza per il futuro.

Le forze armate russe e quelle ucraine nel frattempo continuano ad ammassarsi al confine est e rappresentano la minaccia più diretta del Cremlino a Kiev, mentre la Nato sta accelerando i tempi per includere l’Ucraina sotto l’ombrello dell’Alleanza. Dimitry Peskov, il potente portavoce di Putin non gradisce la linea americana: "Le sanzioni non aiuteranno certo il summit e non certo a stretto giro, ma la decisione spetterà ai due presidenti…". Mosca insomma dopo le nuove sanzioni Usa non sbatte la porta, ma scommette che prima o poi un negoziato ci sarà. Molti sanno che le sanzioni sono legate non solo alle elezioni, ma anche al caso Solarwind e ad altri attacchi condotti da hacker russi contro numerosi conglomerati americani strategici. L’uomo dietro a questi attacchi, secondo gli Usa, è il ’cuoco di Putin’ Yevgeny Viktorovich Prigozhin. Dietro le quinte la macchina del vertice non sembra fermarsi nonostante sanzioni e minacce e si fa largo l’ipotesi che il primo faccia a faccia fra Biden e Putin possa tenersi in Finlandia, nello stesso spazio che ospitò il summit fra Trump e Putin nel 2018. Fu in quella circostanza che il presidente Usa dell’epoca, puntando tutto sulla simpatia personale, smentì la Cia e i servizi di intelligence Usa dicendo: "Se Putin mi dice che i russi non hanno interferito sul nostro processo elettorale io gli credo….".

Biden non perde occasione per far sapere che i diritti umani rimarranno sempre più al centro della sua politica estera e che furono questi a motivare le precedenti sanzioni per l’incarcerazione di Navalny e per gli Ujuri e Hong Kong. Tornerà a ricordarlo non solo ai russi, ma anche a cinesi senza arrivare a scontri frontali. Per gli americani anche ieri "l’invito a Putin resta aperto" e Biden fa sapere attraverso la sua portavoce di non aver incluso nelle sanzioni il gasdotto russo-tedesco North Stream 2 che danneggia gli Usa, per riservarsi una "grande flessibilità" in futuro magari continuando le sanzioni stesse contro Mosca.