Mercoledì 24 Aprile 2024

Biden nega all’Ucraina i missili per colpire la Russia

Retromarcia degli Stati Uniti, il Cremlino plaude. Medvedev: "È stata una decisione ragionevole"

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È una retromarcia in piena regola. Quanto meno sul pieno comunicativo. Oltre che, ovviamente, sul piano strettamente militare. Gli Stati Uniti non invieranno all’Ucraina sistemi missilistici in grado di raggiungere la Russia. A dirlo, secondo la Reuters, è il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Il cambio di programma rispetto alle attese e alle ipotesi circolate fino alla scorsa settimana rappresenta nei fatti un cambio di paradigma rispetto al sostegno pressoché totale all’amministrazione Zelensky sin qui assicurato.

Valorizzati i rapporti degli apparati di sicurezza, rivalutata la situazione sul campo, verificata l’alta probabilità di un conflitto di lunga durata, registrata la volatilità nascosta delle posizioni degli alleati Nato (secondo i diversi interessi geopolitici), Biden rivede la strategia anti Cremlino. E lo stop della Casa Bianca è talmente evidente da garantire l’immediato plauso russo. Una mossa "ragionevole", è il commento di Dmitri Medvedev, numero due del Consiglio di sicurezza della Federazione russa.

Nei giorni scorsi la Cnn aveva infatti riportato che la Casa Bianca stava preparando un nuovo pacchetto di aiuti militari – richiesto da Zelensky – che avrebbe incluso anche sistemi di missili a mediolungo raggio. Più esattamente il Multiple Launch Rocket System (Mlrs) e l’High Mobility Artillery Rocket System (Himars). Entrambi i sistemi possono lanciare da veicoli mobili raffiche di razzi sino a 300 chilometri contro bersagli terrestri. Ben oltre la gittata massima degli obici Howitzers forniti finora (25 chilometri), e soprattutto dei razzi anti-tank Javelin o di quelli antiaereo Stinger, le cui forniture hanno comunque permesso agli alti comandi di Kiev di infliggere dure perdite ai russi. Già nei mesi scorsi le forze ucraine avevano realizzato blitz fuori confine contro impianti di rifornimento o piccoli villaggi del nemico invasore. Ora il conflitto vive un’altra fase, tutta in area Donbass. Così la prospettiva di azioni ucraine molto più profonde, ampliando il fronte di guerra, realisticamente appare agli Stati Uniti come ulteriore fattore di complicazione.

Medvedev, che per il ruolo rivestito rappresenta il vicario di Vladimir Putin, esplicita via Telgram la soddisfazione di Mosca per il minor supporto a Kiev prospettando contromisure inevitabili se le forze armate ucraine "attaccheranno le nostre città". In quel caso, secondo Medvedev, le forze armate russe "realizzeranno quanto minacciato colpendo i centri di queste decisioni criminali", "alcuni" dei quali "non sono neppure a Kiev e non c’è bisogno di aggiungere altro".

g. ros.