Giovedì 25 Aprile 2024

Biden indebolito L’America non si fida più

Cesare

De Carlo

È una sensazione più diffusa e profonda di quella dei ricorrenti declinisti storici, da Samuel Huntington a Noam Chomsky, perché si sposa con un’immagine sconfortante, quella dell’attuale presidente. Non perché dorma alle conferenze internazionali. Chi non lo farebbe? E nemmeno per incontrollati, imbarazzanti contrattempi, stando a voci di fonte romana. A chi lo ha eletto in odio a Trump, Biden fornisce un’impressione di smarrimento e – peggio – di confusione. La sua popolarità è crollata. E si trascina dietro i candidati democratici. Titolava ieri il Washington Post, che tuttora l’appoggia: "A rischio il controllo del Congresso". I democratici contano un seggio di maggioranza in Senato e cinque alla Camera. Ma fra un anno dovranno affrontare l’appuntamento delle mid-term elections. Si rinnovano l’intera Camera e un terzo del Senato. Di solito il partito della Casa Bianca accusa un’emorragia di consensi. Ma questa volta l’emorragia potrebbe trasformarsi in collasso e paralizzare del tutto gli ultimi due anni di Biden.

Ma ci saranno altri due anni? O i democratici spingeranno per un cambio in corsa in favore di Kamala Harris? Possibile. Non probabile. Joe Biden, 79 anni il 20 novembre, sembra confermare i timori di psichiatri impietosi: l’ostinazione, come proiezione di altri sintomi senili. Qualcuno ricorda che anche Obama perse le midterm elections e fu comunque rieletto. Ma la differenza fra Obama e il suo ex vice è di personalità più che di programmi: il primo si faceva guidare da una visione idealistica della società, il secondo da uno stordimento che – dicono i detrattori, anche democratici – sconfina nell’incompetenza. Non a caso l’endorsement di Obama, che lo conosceva bene, arrivò solo un paio di mesi prima del voto.

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