Mercoledì 24 Aprile 2024

Biden e il check-up lampo Kamala presidente per 2 ore

Migration

di Giampaolo Pioli

Ieri Kamala Harris è rimasta presidente degli Stati Uniti con tutti i poteri per quasi 85 minuti. Le valigette coi codici delle atomiche erano a pochi centimetri da lei. È stato Joe Biden (nella foto) ad autorizzare il passaggio dei poteri come prevede il protocollo per tutta la durata dell’anestesia alla quale si è sottoposto per effettuare una colonscopia di routine. Nei libri di storia Kamala rimarrà la prima donna figlia di immigrati ad aver ricevuto questo prestigioso incarico anche se è durato solo una manciata di minuti. Il breve passaggio di poteri lo aveva fatto anche George Bush con Dick Cheney, nel 2002 e nel 2007; invece, Donald Trump nel 2019 non aveva mai reso pubblica la data del suo controllo medico annuale per non dover passare i poteri al vice Mike Pence, e soprattutto per evitare che i comici della tv ironizzassero su di lui nei programmi della sera.

Biden – che compie oggi 79 anni e a molti è apparso a volte incerto anche mentre leggeva discorsi al teleprompter – ha dato sicuramente adito alle speculazioni. Kamala, da quando si è sistemata alla Casa Bianca, non ha mai nascosto di avere qualche difficoltà e di provare frustrazione per i rapporti con lo staff del presidente. Tra Biden e la Harris i rapporti personali e di famiglia sono eccellenti, ma non con i luogotenenti di Joe, molto gelosi delle loro potenti deleghe: a detta di molti hanno sempre cercato di comprimere la vice assegnandole compiti impossibili come la soluzione dei problemi dei migranti al confine col Messico. Notizie trapelate dai suoi uffici e ampliate dal New York Times che hanno portato giovedì alle dimissioni di Ashley Etienne, direttrice della comunicazione della vice presidente.

Peraltro, nonostante Biden sia alla Casa Bianca solo da 10 mesi, di fronte all’eventualità che nel 2024 non si ricandidi, i manovratori dietro le quinte sembrano già entrati in azione per capire chi possa essere la figura più adatta a sostituirlo, danneggiando potenziali avversari. Tra i pretendenti alla nomination, oltre alla stessa Kamala, sembrano profilarsi figure come il ministro dei trasporti BPete uttigieg: gode di buona stampa ed è molto più centrista della Harris, tuttavia l’America potrebbe non essere pronta a eleggere un presidente gay che insieme con il marito ha appena adottato due bambini.

Intanto, il sogno di Kamala presidente è finito presto perché Biden si è svegliato rapidamente dalla sedazione ed è tornato al suo posto.